L’imperativo di garantire la continuità operativa e la sicurezza degli autotrasporti professionali, pilastri fondamentali dell’economia nazionale, impone una revisione urgente delle politiche di gestione dei cantieri autostradali.
La delicatezza della situazione, esacerbata dalla ripresa dei lavori a seguito della pausa estiva, richiede un approccio radicalmente diverso, capace di bilanciare l’ineludibile necessità di ammodernamento infrastrutturale con le esigenze concrete di chi, quotidianamente, sostiene la filiera logistica del Paese.
Roberto Martini, presidente CNA Trasporto Merci Ascoli Piceno, solleva un allarme che va oltre la mera lamentela: si tratta di un appello a tutelare un settore strategico, spesso invisibile, ma cruciale per il mantenimento dei ritmi produttivi e per il collegamento tra territori.
La questione non si limita a ritardi e ingorghi, come quelli che affliggono l’A14 tra Marche e Abruzzo, ma investe la stessa sopravvivenza di molte aziende di trasporto.
Le conseguenze dei cantieri mal gestiti si ripercuotono sull’intera catena del valore.
Le aziende committenti, soggette a stringenti vincoli contrattuali e a dinamiche di mercato sempre più competitive, riversano le proprie pressioni sui trasportatori, scaricando responsabilità per ritardi che non sono imputabili a loro.
Questo meccanismo genera una spirale negativa: penalizzazioni per i trasportatori, rischio di esclusione da collaborazioni consolidate, e, in ultima analisi, un aumento dei costi per l’intera filiera.
È fondamentale, pertanto, che le società autostradali adottino un approccio proattivo e collaborativo, basato su una comunicazione trasparente e su un coinvolgimento attivo delle associazioni di categoria.
Non si tratta di rinunciare ai lavori di manutenzione e ammodernamento, ma di programmarli e gestirli in modo da minimizzare l’impatto sul traffico professionale, privilegiando, laddove possibile, soluzioni innovative come l’utilizzo di tecnologie per la gestione del traffico in tempo reale e la pianificazione di interventi mirati in orari di minore affluenza.
La terza corsia, in particolare, rappresenta una sfida complessa che necessita di una gestione oculata, evitando ulteriori ritardi e incertezze che possano compromettere la sua effettiva utilità.
La certezza dei tempi e la garanzia di un impatto minimo sulle attività di trasporto sono condizioni imprescindibili per la sua accettabilità e per il mantenimento della fiducia degli operatori del settore.
La tutela del diritto al lavoro e la sicurezza stradale non sono compromesse, ma integrate, in una strategia di sviluppo infrastrutturale che ponga al centro le esigenze concrete di chi ogni giorno contribuisce alla prosperità del Paese.