Il Consiglio di Stato interviene a supporto delle istanze sollevate dalle associazioni ambientaliste e culturali, rimettendo in discussione la precedente decisione del Tar delle Marche riguardante il progetto di ricostruzione del ponte Garibaldi a Senigallia. La sentenza, emessa dalla quarta sezione, rappresenta un punto di svolta in una vicenda complessa, nata a seguito della devastante alluvione del 15 settembre 2022, che aveva causato la demolizione della precedente struttura.Il Tar, in prima istanza, aveva ritenuto non sussistenti i presupposti per sospendere l’avvio dei lavori di ricostruzione, ma il Consiglio di Stato, massime autorità di giurisdizione amministrativa, ha ritenuto necessario un esame più approfondito delle motivazioni presentate dalle parti ricorrenti: Italia Nostra, Confluenze e Gruppo Società e Ambiente. L’invito rivolto al Tar Marche è quello di riconvocare un’udienza per affrontare la questione nel dettaglio, evitando una prosecuzione del progetto senza una valutazione completa delle implicazioni sollevate.La decisione del Consiglio di Stato ha generato un senso di soddisfazione tra le realtà locali impegnate nella tutela del patrimonio culturale e ambientale di Senigallia. I legali Paolo Pittori e Michela Urbani, rappresentanti le associazioni, esprimono l’auspicio che il commissario straordinario per l’emergenza alluvione, Francesco Acquaroli, sospenda immediatamente l’iter procedurale e si astenga da qualsiasi azione irreversibile, in attesa della pronuncia del Tar. Il rischio, altrimenti, sarebbe quello di creare un’opera realizzata in vigenza di un provvedimento giudiziario sospensivo, configurandosi potenzialmente come abusiva e comportando gravi responsabilità per i funzionari coinvolti.Il fulcro della controversia non risiede tanto nella necessità di ricostruire il ponte, quanto nelle modalità e nella tipologia di intervento proposto. Le associazioni ricorrenti contestano un progetto percepito come eccessivamente invasivo, capace di generare impatti significativi a livello architettonico, urbanistico, viario ed economico. L’adesione popolare alla causa è evidente, con oltre 10.000 firme raccolte a sostegno delle istanze contrarie al progetto. Un elemento cruciale della contestazione riguarda la presunta inefficacia dell’opera nel ridurre il rischio idraulico, un aspetto fondamentale, data la vulnerabilità del territorio. Si mette in discussione se la soluzione proposta, un nuovo ponte, sia realmente la più appropriata per garantire la sicurezza e la resilienza della città, oppure se esistano alternative più sostenibili e funzionali, in linea con i principi di pianificazione territoriale e prevenzione del rischio. La vicenda solleva dunque interrogativi profondi sulla necessità di coniugare la riqualificazione post-disastro con la tutela del paesaggio e la partecipazione attiva della comunità locale, evitando decisioni affrettate e potenzialmente dannose per il futuro di Senigallia.
Consiglio di Stato: stop al ponte Garibaldi, rivalutare il progetto a Senigallia
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