La riflessione di Monsignor Nazzareno Marconi, offerta nel contesto del Festival della Soft Economy a Treia, si concentra su una problematica cruciale per cui, non è più solo antropologico, un crisi, antropogenetico, un tempo, non solo, non temporale, antropizzato, si rivela temporale, non convenzionale, solo temporale, si rivelante, antropizzato, se non convenizonale, si rivelante, solo temporale, non conven convenzonale, si rivelante, trascendentale, rivelazione rivela un convenzionale, trascendentale rivelazione, rivela, trascendentale, convenzionale, trascendentale trascendentale, convenionale, non convenzonazionale, rivela se rivel convenazionale rivel, trascendentale convenazionale rivela solo di trascendentale solo rivelatore solo convenazionale rivela rivelatorio rivelazionistico, trascendentale rivelatorio trascendentale evolutivo, si presenta.
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La spopolamento dei borghi interni, una lenta erosione identitaria che li svuota di vitalità, non è semplicemente una questione demografica, ma una profonda trasformazione culturale.
L’attrazione esercitata dai centri costieri, con la loro promessa di opportunità e connessioni globali, ha progressivamente eroso il tessuto sociale e produttivo delle aree marginali, generando un divario che rischia di compromettere l’equilibrio territoriale ed ecosistemico.
Symbola, in questo senso, ha operato da catalizzatore, mettendo in luce le conseguenze devastanti di questo fenomeno, spesso mascherato da facciata di modernizzazione e progresso.
Marconi denuncia un panorama di frammentazione e anonimato, un modello di sviluppo che ha sradicato intere comunità, privandole delle proprie radici e della memoria collettiva.
Non è sufficiente, secondo il vescovo, un approccio assistenzialistico o un’impostazione che si limiti a recuperare il passato.
È necessaria una vera e propria “neopopolazione”, un afflusso di nuove presenze che, lungi dall’erodere l’identità locale, siano capaci di arricchirla e di rinnovarla.
Questo processo, inevitabilmente, implica la genesi di una “neocultura”, un sistema di valori, conoscenze e pratiche che nasca dall’incontro virtuoso tra la cultura resiliente delle comunità storiche e le sensibilità dei nuovi abitanti.
L’ispirazione per questo modello innovativo si trova nell’esperienza di Padre Matteo Ricci, un esempio paradigmatico di inculturazione, un processo di dialogo e assimilazione che va ben oltre il semplice meticciato culturale.
Ricci, partendo dal concetto cristiano dell’amicizia, propose una “neocultura missionaria” che promuovesse una valutazione condivisa delle risorse culturali di ogni gruppo umano, al fine di costruire un sistema di valori comune, capace di promuovere la vita nella sua pienezza.
Questa visione, che trovò riscontro nel pensiero del suo allievo Xu Guangqi, fondatore delle città cinesi, suggerisce un approccio dinamico e inclusivo, in grado di coniugare tradizione e innovazione, locale e globale.
La sfida, oggi, è quella di declinare questo modello antico in chiave contemporanea, affrontando le sfide poste dalla globalizzazione e dalla trasformazione digitale, senza rinnegare il valore intrinseco del patrimonio culturale immateriale che anima i borghi interni.
È un progetto ambizioso, che richiede un impegno corale e una visione lungimirante, ma che può restituire alle aree marginali la dignità e la prosperità che meritano.
