Un’emergenza ambientale e una situazione di grave spoliazione del territorio sono state portate alla luce dalle attente indagini dei Carabinieri del corpo forestale in località Conca, frazione di Monte Grimano Terme (Pesaro Urbino).
Un’area di duemila metri quadrati, parte integrante del patrimonio demaniale idrico, è stata rinvenuta trasformata in una discarica abusiva di proporzioni allarmanti, a testimonianza di una sistematica violazione delle normative in materia di gestione dei rifiuti.
L’intervento dei militari ha permesso di sequestrare l’intera area contaminata, la miriade di rifiuti ivi depositati – di varia natura e provenienza – e il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, rivelando un quadro di attività illecite premeditate e organizzate.
Al centro dell’indagine, tre fratelli, legali rappresentanti di una società operante nel settore edile, deferiti all’attenzione della Procura della Repubblica di Urbino, dovranno rispondere di reati ambientali di significativa gravità.
La scena rinvenuta non si limitava alla presenza di rifiuti.
L’area era anche teatro di una situazione di sofferenza e abbandono animale.
Quarantina di volatili da cortile vivevano in condizioni precarie, venti capre erano confinate in un recinto improvvisato, realizzato con ponteggi metallici e comprendente un trattore in stato di completo degrado, mentre quattro cani presentavano evidenti segni di malnutrizione e scarsa igiene.
L’intero contesto rivela una mancanza di rispetto non solo per l’ambiente, ma anche per il benessere degli animali.
L’ispezione ha inoltre fatto emergere la presenza di diversi manufatti, presumibilmente costruiti in assenza delle necessarie autorizzazioni, che saranno sottoposti a verifica da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale per accertarne la legittimità e la conformità alle normative urbanistiche.
Un elemento cruciale dell’indagine è stato l’identificazione di un autocarro, scoperto in transito con un carico di rifiuti misti, risultato intestato alla società edile dei tre indagati.
La gravità della situazione si è acuita quando si è constatato che né l’impresa, né il mezzo di trasporto, né il suo conducente risultavano iscritti all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, precludendo loro qualsiasi legittimazione alla gestione dei rifiuti.
Le accuse mosse ai tre fratelli spaziano dall’inquinamento ambientale e l’abusivismo edilizio, fino alla violazione delle norme in materia di trasporto e smaltimento dei rifiuti.
La pena prevista per questi reati può comportare l’arresto da sei mesi a due anni e una sanzione pecuniaria da 2.600 a 26.000 euro.
Per il reato di invasione di terreni demaniali, la pena può raggiungere la reclusione da uno a tre anni e una multa da euro 103 a euro 1.032.
Il Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Pesaro e Urbino è stato incaricato di effettuare accertamenti sullo stato di salute degli animali e di provvedere al loro benessere, segnando un intervento di tutela e salvaguardia di esseri viventi in stato di sofferenza.
L’evento solleva interrogativi cruciali sulla vigilanza del territorio e sulla necessità di rafforzare i controlli per prevenire e reprimere reati ambientali che danneggiano il patrimonio naturale e mettono a rischio la salute pubblica.








