Fabriano è investita da un lutto profondo, un’onda di sgomento che si propaga tra i suoi abitanti.
La perdita di Hekuran Cumani, giovane fabrianese di soli 23 anni, strappato alla vita con violenza inaudita a Perugia, rappresenta una lacerazione nel tessuto sociale, un atto di incomprensibile barbarie che scuote le fondamenta stesse dei valori che ci definiscono come comunità civile.
Il dolore si fa eco nelle parole della sindaca Daniela Ghergo, che, a nome dell’intera amministrazione comunale, esprime la più sentita vicinanza alla famiglia di Hekuran, dilaniata da una perdita irreparabile.
Questo evento tragico ci costringe a confrontarci con le zone d’ombra della nostra società, con le radici profonde di una violenza che sembra trovare terreno fertile in contesti sempre più complessi.
Non si tratta solo di piangere una vittima, ma di interrogarci sulle cause che hanno portato a questo dramma, sulle dinamiche sociali che lo hanno reso possibile.
La perdita di un giovane, pieno di potenzialità e di sogni, è una perdita per tutti, un monito a non abbassare la guardia, a rafforzare i legami di solidarietà e di rispetto reciproco.
In un momento così denso di dolore, le parole appaiono inadeguate, quasi sacrileghe di fronte alla grandezza della sofferenza.
Il silenzio, il rispetto e la solidarietà sono i soli strumenti che ci permettono di stringerci alla famiglia Cumani, condividendo il loro dolore e offrendo un sostegno concreto.
Questa tragedia non può lasciarci indifferenti, ma deve stimolare una riflessione più ampia sulle cause della violenza, sulla necessità di promuovere una cultura della legalità e del rispetto, sull’importanza di investire nell’educazione e nella prevenzione.
È un momento per ritrovare la compassione, l’empatia e la consapevolezza che ogni vita umana ha un valore inestimabile, e che la sua perdita lascia un vuoto incolmabile nella comunità.
Il ricordo di Hekuran sarà un faro che ci guida verso un futuro più giusto e pacifico.








