La comunità accademica italiana e internazionale piange la perdita di Gianfranco Paci, figura di spicco nel panorama degli studi epigrafici e della storia romana.
Professore emerito dell’Università di Macerata dal 2015, la sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, segnando la fine di un percorso intellettuale ricco di contributi fondamentali per la comprensione del mondo antico.
Il Rettore John McCourt ha espresso il profondo cordoglio dell’Ateneo, sottolineando come Paci rappresentasse un modello di rigore scientifico, di etica professionale e di umanità.
La sua dedizione alla ricerca non si esauriva nella mera acquisizione di dati, ma si traduceva in una costante ricerca della verità storica, animata da una curiosità insaziabile e da una profonda sensibilità per le sfumature del passato.
Gianfranco Paci (1946-2024) si è formato all’ombra dei maestri Lidio Gasperini e Attilio Degrassi, eredi di una tradizione epigrafica di eccellenza che ha saputo rinnovare e ampliare.
La sua carriera, costellata di prestigiosi incarichi, lo ha visto impegnato in istituzioni accademiche di rilievo: dall’Università di Trento alla Sorbonne di Parigi, per approdare stabilmente a Macerata, dove ha diretto la cattedra di Epigrafia fino al suo pensionamento.
Il suo contributo alla ricerca epigrafica non si limita alla mera trascrizione e interpretazione delle iscrizioni, ma si estende alla ricostruzione dei contesti sociali, politici e religiosi in cui esse erano prodotte.
Paci ha saputo cogliere il valore intrinseco delle iscrizioni come fonti primarie, capaci di illuminare aspetti inediti della vita quotidiana e delle dinamiche di potere nell’età romana.
La sua capacità di collegare la microstoria delle iscrizioni con la macrostoria degli eventi storici ha permesso di elaborare nuove interpretazioni e di superare visioni tradizionali.
Oltre all’attività didattica e alla direzione di numerosi progetti di ricerca, Paci ha ricoperto incarichi amministrativi di primaria importanza all’interno dell’Università di Macerata, testimoniando il suo impegno per la crescita e lo sviluppo dell’istituzione.
La sua leadership si è manifestata in ruoli chiave come direttore dell’Istituto di Storia antica, del Dipartimento di Scienze archeologiche e storiche dell’antichità, del Centro di documentazione e ricerca sull’Africa settentrionale, nonché in qualità di presidente del corso di laurea in Lettere, pro-rettore, delegato alla firma e preside della facoltà di Lettere e filosofia.
L’eredità intellettuale di Gianfranco Paci è vastissima e si concretizza in un corpus di oltre 400 pubblicazioni, testimonianza della sua prolifica attività scientifica.
Particolarmente significativa è la fondazione e la direzione della rivista “Picus.
Studi e ricerche sulle Marche nell’antichità”, un importante strumento di divulgazione e di approfondimento per lo studio del territorio marchigiano nell’antichità.
Membro di prestigiose associazioni scientifiche internazionali, Paci ha contribuito a promuovere la ricerca epigrafica a livello globale, lasciando un segno indelebile nel mondo accademico.
La sua scomparsa rappresenta una perdita profonda per l’Università di Macerata e per l’intera comunità scientifica.