Oltre alle tragiche emergenze che dominano l’attenzione globale, come i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, esistono tensioni e drammi umani che richiedono un’attenzione urgente e spesso trascurata.
È con questa consapevolezza che la Cisl Marche, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Maratona per la pace”, ha promosso un momento di riflessione e dialogo profondo, con l’obiettivo di stimolare un ritorno alla diplomazia come strumento primario di risoluzione delle controversie.
La giornata, tenutasi presso l’aula magna Guido Bossi dell’Università Politecnica delle Marche, si è articolata attorno a temi cruciali: il ruolo della diplomazia nell’era contemporanea, l’importanza della responsabilità collettiva nel prevenire e mitigare i conflitti, e la coltivazione della speranza come forza motrice per la costruzione di un futuro pacifico.
Parallelamente, è stata organizzata una raccolta fondi a favore della popolazione civile di Gaza, destinata a supportare l’azione umanitaria della Croce Rossa Italiana nell’approvvigionamento di materiale sanitario essenziale.
Un contributo significativo è stato offerto da Padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, che ha partecipato da remoto, condividendo una prospettiva diretta e toccante sulla realtà del conflitto e sulle necessità immediate della comunità locale.
“Il nostro obiettivo,” ha sottolineato Marco Ferracuti, segretario generale della Cisl Marche, “è creare uno spazio di ascolto, confronto e condivisione, un luogo dove possiamo esaminare le radici dei conflitti e generare soluzioni costruttive.
La speranza non deve essere interpretata come una visione ingenua, bensì come un atto di volontà, una ferma convinzione nella possibilità di superare le divisioni e costruire ponti.
“La riflessione ha poi ampliato la prospettiva sulla natura della guerra, evidenziandone la dimensione di scelta, non di destino ineluttabile.
La Cisl, in questo contesto, si presenta come un laboratorio quotidiano di pace, un ambiente in cui i conflitti vengono affrontati attraverso il dialogo e la ricerca di compromessi.
Il lavoro, in particolare, si configura come un esempio concreto di come la collaborazione e la negoziazione possano generare benefici reciproci, migliorando la sicurezza sul posto di lavoro, promuovendo la stabilità economica e salvaguardando l’occupazione.
Ogni accordo equo, ogni misura di sicurezza implementata, ogni posto di lavoro preservato, rappresenta un gesto di pace nel suo complesso.
La ricerca di un equilibrio tra interessi divergenti, la capacità di ascoltare e comprendere le ragioni altrui, la volontà di trovare soluzioni condivise, sono elementi imprescindibili per la costruzione di una pace duratura e per la promozione di un futuro più giusto e pacifico per tutti.







