L’ambizioso progetto di rinnovamento della mobilità montana nell’area di Ussita, provincia di Macerata, entra nella sua fase operativa con l’installazione dei primi pilastri della nuova cabinovia Frontignano-Cornaccione.
Un’opera cruciale per la rinascita socio-economica di un territorio duramente colpito dal sisma, che punta a rilanciare il turismo sostenibile e a offrire nuove opportunità per i giovani residenti.
La complessità del tracciato, caratterizzato da pendenze elevate e scarsa accessibilità, ha reso indispensabile l’impiego di un elicottero Superpuma per il sollevamento e il posizionamento delle sezioni di sostegno, alcune delle quali superano le 3.500 chili.
Parallelamente, l’intervento ha contemplato la rimozione dei resti obsoleti delle vecchie infrastrutture – le seggiovie Selvapiana, Cornaccione e Ginepro – liberando il terreno per la realizzazione del nuovo impianto.
Questo approccio, seppur tecnicamente impegnativo, minimizza l’impatto ambientale, con squadre di montatori che, in un atto di ingegneria a basso impatto, si calano a piedi per eseguire i lavori.
La nuova cabinovia, con una lunghezza superiore ai due chilometri e un dislivello di 558 metri, si configura come un vero e proprio ascensore panoramico verso l’Appennino.
Le 49 cabine, progettate per ospitare fino a dieci persone ciascuna, garantiranno una capacità oraria di trasporto di 1.200 persone, con la possibilità di incrementarla fino a 1.800.
Il tempo di percorrenza, ridotto a soli sette minuti e mezzo, offrirà un’esperienza di viaggio più rapida e piacevole, arricchita da una vista impareggiabile sul paesaggio circostante.
L’impianto, progettato secondo i più moderni standard di accessibilità, sarà fruibile a tutti, inclusi persone con disabilità, e aperto tutto l’anno, ampliando le opportunità di fruizione del territorio al di là della tradizionale stagione invernale.
La sua realizzazione, stimata in circa 17 milioni di euro, è resa possibile grazie al contributo del Piano nazionale complementare al Pnrr, dei fondi destinati alla ricostruzione post-sisma e delle risorse comunali.
L’opera rappresenta un investimento strategico per il futuro dell’Appennino, incarnando un modello di sviluppo turistico sostenibile e resiliente.
Il commissario alla ricostruzione post sisma, Guido Castelli, sottolinea come la cabinovia non sia solo un’infrastruttura di trasporto, ma un simbolo di rinascita e di speranza per una comunità che ha sofferto.
La sindaca Silvia Bernardini, a sua volta, esprime la convinzione che il nuovo impianto possa contribuire a trattenere i giovani nel territorio, offrendo loro opportunità di lavoro e di crescita professionale, e contrastando lo spopolamento.
La cabinovia, dunque, si proietta come un motore di sviluppo locale, capace di generare valore economico e sociale, valorizzando le risorse naturali e culturali dell’Appennino.