L’emergenza post-alluvionale che ha colpito duramente l’Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche nel 2023, e che ha riacutizzato le difficoltà in Emilia-Romagna nel 2024, impone un ripensamento radicale degli strumenti di ricostruzione e di sostegno alle comunità colpite.
Al di là delle immediate operazioni di soccorso, si apre ora una fase cruciale di ricostruzione materiale e sociale, che richiede interventi mirati, procedure snelle e un accesso semplificato ai fondi destinati alla ripresa.
L’impegno del Governo, incarnato dalla figura del Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Fabrizio Curcio, si concretizza nell’imminente emanazione di un’ordinanza volta a rivedere e alleggerire le procedure burocratiche che hanno finora ostacolato l’accesso ai contributi per la ricostruzione.
Tale provvedimento, annunciato ad Ancona durante il 69° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri, non si limita ad accelerare i tempi di erogazione, ma mira a estendere la platea dei beneficiari, includendo soggetti che, per varie ragioni, non avevano precedentemente potuto presentare domanda.
L’iniziativa rappresenta una risposta concreta alle criticità emerse sul campo, dove la complessità amministrativa e i requisiti richiesti si sono spesso rivelati barriere insormontabili per le famiglie e le imprese colpite.
L’ordinanza in arrivo dovrà quindi garantire non solo l’efficienza dei processi, ma anche l’equità nell’accesso alle risorse, tenendo conto delle specifiche vulnerabilità e delle diverse esigenze delle diverse categorie di danneggiati.
Tuttavia, la ricostruzione non può essere ridotta a una mera operazione di ripristino delle condizioni pre-esistenti.
È necessario, infatti, che il processo di riqualificazione del territorio tenga conto delle mutate condizioni climatiche e dei rischi futuri, integrando misure di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico.
Questo implica interventi di infrastrutturazione idraulica, riqualificazione del paesaggio e promozione di pratiche di sviluppo sostenibile.
Inoltre, la ricostruzione deve essere intesa come un’occasione per rafforzare il capitale sociale delle comunità colpite, promuovendo la partecipazione attiva dei cittadini nei processi decisionali e sostenendo le iniziative locali volte a favorire la resilienza e la coesione sociale.
L’esperienza dell’alluvione ha evidenziato la fragilità dei legami sociali e la necessità di rafforzare le reti di supporto tra individui e tra comunità.
In definitiva, l’ordinanza annunciata dal Commissario Curcio costituisce un primo passo importante verso una ricostruzione più rapida ed equa, ma è fondamentale che sia accompagnata da un impegno continuo e coordinato tra tutti gli attori coinvolti – istituzioni, enti locali, ordini professionali, associazioni di categoria e comunità locali – per affrontare le sfide complesse che la ricostruzione post-alluvionale pone.
Si tratta di un processo che va oltre la semplice ricostruzione materiale, mirando a costruire un futuro più sicuro, resiliente e sostenibile per le comunità colpite.