Un tentativo di infiltrazione particolarmente audace, volto a introdurre sostanze stupefacenti all’interno del carcere di Ascoli Piceno, è stato sventato grazie alla vigilanza e all’acume degli agenti penitenziari.
L’episodio, reso noto dal sindacato Osapp, ha rivelato un modus operandi ingegnoso: la droga, composta da cocaina e hashish, era abilmente occultata nel corpo di un individuo diretto a un colloquio con un detenuto.
L’intervento è scaturito da un’attenta osservazione del comportamento dell’uomo, che ha destato sospetti durante le procedure di controllo preliminari.
La perquisizione successiva ha permesso di recuperare l’involucro contenente la sostanza, destinata a un familiare detenuto.
Questo episodio sottolinea la crescente sofisticazione delle tecniche utilizzate per aggirare i controlli di sicurezza all’interno degli istituti penali.
Il segretario regionale dell’Osapp, Salvatore De Blasi, ha espresso un plauso doveroso al personale coinvolto nell’operazione, ma ha subito riacutizzato l’attenzione sulle problematiche strutturali che affliggono il carcere di Ascoli Piceno.
La carenza cronica di personale, unita alla gestione complessa di detenuti con disturbi psichiatrici – che richiede frequenti e onerose trasferte per i piantonamenti in ospedale – sta mettendo a dura prova le risorse umane e compromettendo la sicurezza dell’istituto.
La denuncia del sindacato prosegue con un’accusa verso il Provveditorato, accusato di una politica di assegnazione degli detenuti che concentra nel carcere di Ascoli Piceno un numero eccessivo di figure problematiche, già note per comportamenti disturbatori in altre strutture.
Questa concentrazione di personalità difficili ha portato la situazione al collasso, costringendo gli agenti a turni di lavoro estenuanti, che superano le 12-14 ore, mettendo a repentaglio la loro salute e il loro benessere.
Nonostante queste condizioni gravissime, il corpo di guardia, definito “baschi blu”, mantiene un elevato livello di vigilanza, operando in un silenzio spesso assordante, in assenza di un adeguato sostegno da parte delle istituzioni.
La loro dedizione e il senso del dovere sono evidenti nel contrasto quotidiano all’introduzione di droga e cellulari, strumenti che minano la sicurezza e la riabilitazione all’interno del penitenziario.
Un sentito riconoscimento è rivolto al personale, guidato dal comandante facente funzione, per il loro instancabile impegno.
L’episodio evidenzia una necessità impellente di revisione delle politiche di gestione carceraria, con un incremento del personale, un miglior coordinamento con le strutture sanitarie e un approccio più mirato alla gestione dei detenuti problematici, al fine di garantire un ambiente sicuro e dignitoso per tutti.