La tragica scomparsa di Hekuran Cumani, 23enne fabrianese deceduto a seguito di un ferito da arma da taglio in un parcheggio universitario perugino, ha rivelato un quadro di violenza e trasgressione che coinvolge un diciottenne, ora in custodia cautelare.
L’arresto del giovane non è legato unicamente all’omicidio, ma emerge da un percorso di comportamenti devianti e reiterate violazioni di misure cautelari precedentemente imposte dall’Autorità giudiziaria, delineando un profilo caratterizzato da un’escalation di aggressività e una palese disinvoltura nell’eludere i vincoli legali.
L’atto che ha portato alla morte di Cumani si inserisce in un contesto di scontri tra gruppi giovanili, ma l’indagine ha svelato un ventaglio di azioni criminali antecedenti e convergenti.
Il diciottenne è accusato, in concorso con altri individui, di aver perpetrato aggressioni violente nei confronti del personale di sicurezza di un locale perugino, utilizzando una falce come arma contundente e ricorrendo a uno spray irritante per neutralizzare la capacità di difesa delle vittime e facilitare la fuga.
L’utilizzo di strumenti pericolosi e l’intento di ostacolare la legittima attività di operatori di sicurezza evidenziano una deliberata volontà di sfidare l’ordine pubblico e la legge.
Il profilo del giovane si complica ulteriormente con la ricostruzione di un episodio successivo: il danneggiamento dell’autovettura della sua fidanzata, con una gomitata che ha frantumato il lunotto posteriore, manifestando una reazione impulsiva e un controllo emotivo deficitario.
Questo episodio, seppur di entità apparentemente minore rispetto all’omicidio, contribuisce a delineare un quadro di aggressività latente e una difficoltà nel gestire la frustrazione.
Le indagini condotte dalla polizia hanno inoltre fatto luce sul ruolo del giovane nello scontro fatale che ha portato alla morte di Cumani.
Secondo l’accusa, il giovane avrebbe inizialmente minacciato il gruppo rivale con un coltello, per poi, dopo averlo disfatto, aggredire violentemente alcuni suoi componenti.
La sequenza degli eventi suggerisce un’escalation della violenza premeditata e una spietata determinazione a risolvere un conflitto attraverso la forza fisica.
Considerando la gravità dei fatti emersi, la reiterazione delle violazioni alle misure cautelari e il pericolo di inquinamento probatorio, il pubblico ministero ha formulato una richiesta di inasprimento delle misure restrittive.
Su conforme parere del giudice per le indagini preliminari, la custodia cautelare in carcere è stata disposta, al fine di garantire la sicurezza pubblica, prevenire ulteriori attività delittuose e assicurare la corretta gestione del processo penale.
L’inchiesta resta aperta e l’accertamento delle responsabilità di tutti i soggetti coinvolti continua ad essere un obiettivo primario per le autorità giudiziarie.







