Un episodio di subdola truffa e furto, perpetrato con una meschinità che colpisce per la sua fredda calcolatività, ha recentemente scosso la tranquilla comunità di Porto San Giorgio, in provincia di Fermo.
 Due individui, una donna di 27 anni e un uomo di 37, entrambi privi di fissa dimora e di origine sudamericana, sono stati identificati e deferiti all’autorità giudiziaria con l’accusa di furto con destrezza in concorso.
 Il loro modus operandi, noto come la tecnica del “guano di piccione”, si rivela un’abile manipolazione psicologica abbinata a una rapidità di esecuzione degna di nota.
La dinamica del crimine si sviluppa attraverso una sequenza studiata per massimizzare la vulnerabilità della vittima, spesso una persona anziana, sola e, potenzialmente, incline ad offrire aiuto in segno di cortesia e generosità.
I malfattori iniziano irrorando la vittima con una sostanza scura, abilmente confezionata per simulare escrementi di piccione o fango.
 Questo atto, apparentemente casuale, ha lo scopo di creare scompiglio e distrazione, interrompendo la normale percezione dell’ambiente circostante.
La fase successiva è cruciale per il successo dell’inganno.
 Uno dei due si avvicina alla vittima offrendo spontaneamente assistenza per la rimozione della presunta impurità.
Questo gesto, intriso di falsa cortesia, induce la vittima a fidarsi, abbassando la guardia e permettendo al truffatore di avvicinarsi a distanza ravvicinata.
 Durante questo contatto fisico, la rapidità di mano dei malfattori entra in gioco: in pochi istanti, oggetti di valore come collane, orologi, monili o portafogli vengono sottratti con una precisione che testimonia una certa esperienza nel settore.
L’efficacia di questa tecnica risiede nella sua capacità di sfruttare i comportamenti umani più istintivi: l’inclinazione ad aiutare il prossimo, la diffidenza verso la sporcizia, la fiducia nell’apparenza.
 La combinazione di queste variabili crea una situazione in cui la vittima, disorientata e preoccupata, difficilmente percepisce l’inganno fino a quando non è troppo tardi.
Questo episodio solleva importanti riflessioni sulla sicurezza personale e sulla necessità di mantenere un sano scetticismo, anche nei confronti di gesti apparentemente altruistici.
Le forze dell’ordine invitano la popolazione a prestare attenzione a comportamenti sospetti e a segnalare immediatamente qualsiasi situazione che possa destare preoccupazione, ricordando che la prevenzione e la vigilanza sono le armi più efficaci contro questo genere di truffe sempre più sofisticate e pervasive.
La comunità è chiamata a collaborare per contrastare un fenomeno che, purtroppo, non è nuovo e che mira a sfruttare la vulnerabilità di persone anziane e isolate.



                                    



