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Andrea Pazienza: la matematica del segno, un’anticipazione del 2026.

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La mostra “Andrea Pazienza.
La matematica del segno”, inaugurata a Palazzo Ardinghelli a L’Aquila, si configura come un’anticipazione significativa di quanto ci attende nel 2026, anno in cui la città sarà Capitale Italiana della Cultura.

Più che una semplice retrospettiva, l’esposizione, dedicata al settantesimo anniversario della nascita del fumettista, offre una chiave d’accesso all’universo complesso e profondamente originale di un artista che ha saputo tradurre in immagini l’inquietudine e le contraddizioni di un’epoca.
Il sindaco Pierluigi Biondi, nel suo intervento inaugurale, ha sottolineato la figura poliedrica di Pazienza, un talento eccezionale capace di spaziare tra diverse forme espressive con un’ironia pungente e un’autentica sensibilità.

Pazienza, originario di San Benedetto del Tronto, ha saputo incarnare lo spirito di un territorio e, al contempo, diventarne interprete critico.
La sua opera non è solo un racconto personale, ma una riflessione acuta su un periodo storico cruciale: gli anni Settanta e Ottanta, segnati da un diffuso desiderio di libertà, un riflusso degli ideali degli anni di piombo e un aumento dell’uso di sostanze stupefacenti.
Personaggi come Zanardi e Penthotal, figure emblematiche del suo immaginario, emergono come simboli di una sofferenza latente, una disillusione che permeava la società del tempo.

Attraverso le loro vicende, Pazienza ha saputo delineare un affresco vivido e disincantato di un’Italia in transizione.

L’accoglienza di una mostra di fumetto d’autore in un prestigioso luogo come Palazzo Ardinghelli, sede del Maxxi L’Aquila, rappresenta un riconoscimento alla nobiltà di questa forma d’arte, spesso erroneamente sottovalutata.
Questa scelta valorizza il fumetto come espressione artistica capace di veicolare messaggi complessi e stimolare la riflessione.

L’evento si inserisce organicamente nel programma di avvicinamento al 2026, un anno che vedrà L’Aquila al centro dell’attenzione culturale nazionale.

La mostra non è quindi un episodio isolato, ma un tassello fondamentale di un percorso più ampio, volto a celebrare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale abruzzese e a proiettare la città verso un futuro di rinnovamento e crescita.
Pazienza, con la sua arte provocatoria e profondamente umana, si rivela un compagno ideale per questo viaggio.

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