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Biennale d’Arte Sacra: Speranza e Bellezza tra Ascoli e Gran Sasso

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Nel solenne contesto dell’Anno Giubilare 2025, la Diocesi di Ascoli Piceno, in sinergia con la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, offre un’esperienza artistica e spirituale di profonda risonanza: la sedicesima edizione della Biennale d’arte sacra contemporanea “Profeti di Speranza, Creatori di Bellezza”.
L’evento, curato da Giuseppe Bacci, con il prezioso contributo di Arnaldo Colasanti e Andrea Viozzi, si dispiegherà tra l’austera magnificenza delle chiese romaniche di San Vittore e Sant’Agostino ad Ascoli Piceno (sabato 13 dicembre alle ore 16:00) e l’eloquente raccoglimento del Museo Staurós d’Arte Sacra Contemporanea, incastonato nel Santuario di San Gabriele a Isola del Gran Sasso (Teramo), domenica 14 dicembre 2025, sempre alle ore 16:00.
Più che una mera esposizione, la Biennale si configura come un cammino esperienziale, un pellegrinaggio interiore articolato in cinque sezioni tematiche, ognuna concepita per illuminare aspetti cruciali del rapporto tra fede, arte e futuro.

L’approccio curatoriale ambisce a trascendere la tradizionale concezione dell’arte sacra, proponendo una riflessione contemporanea sulla spiritualità, l’umanità e la ricerca di senso nel mondo attuale.
La sezione “Nel Segno della Luce” introduce il percorso, esplorando la luce non solo come elemento fisico, ma come metafora potente di rinascita, illuminazione interiore e rivelazione divina.

Segue “La Pace nel Cuore dell’Arte”, un’invito alla contemplazione della pace come aspirazione universale, orizzonte imprescindibile per la costruzione di un futuro sostenibile e armonioso, affrontando le complessità del nostro tempo con speranza e resilienza.

La sezione centrale, “Profeti di Speranza per un Nuovo Domani”, omaggia figure ispiratrici che, attraverso le loro azioni e il loro pensiero, hanno saputo indicare vie di fiducia e rinnovamento, lasciando un’eredità di coraggio e visione.
Questo invito a riscoprire il ruolo dell’artista come testimone e portatore di valori universali, capace di interpretare i segni dei tempi e di offrire prospettive inedite.

La quarta sezione, “Creati per Creare”, approfondisce il significato profondo della vocazione artistica, considerata non solo un talento innato, ma una risposta spirituale al mistero della bellezza, un’esigenza intrinseca dell’essere umano.
L’esplorazione si concentra sulla capacità dell’arte di connettere il finito con l’infinito, il tangibile con l’intangibile.
La Biennale si conclude con “Dialogo tra le Culture”, un esplicito invito alla comprensione reciproca, alla superamento delle barriere linguistiche e culturali attraverso il linguaggio universale dell’arte.

Si tratta di un’affermazione del potere dell’arte come ponte che unisce popoli e culture diverse, promuovendo il dialogo interculturale e la costruzione di un mondo più giusto e solidale.

A corredo dell’evento, un catalogo curato da Giuseppe Bacci, Edizioni Centro Staurós, arricchito dagli interventi di Monsignor Gianpiero Palmieri, Vincenzo Fabri e da approfondimenti critici di Bacci e Colasanti, offre una documentazione completa e un’analisi critica del percorso espositivo, consolidando un progetto che fonde memoria, ricerca e visione del futuro, offrendo spunti di riflessione e ispirazione per l’anima e lo spirito.

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