L’eredità artistica di Ciro Maddaluno, figura chiave nel panorama culturale fermano, si configura non solo come un corpus di opere significative, ma come un catalizzatore di relazioni umane e di aggregazione sociale.
A dieci anni dalla sua scomparsa, una conferenza – itinerario intellettuale e celebrativo – intende ripercorrere il suo percorso, esaminandone il ruolo di educatore, scultore e, soprattutto, tessitore di comunità.
L’appuntamento, fissato per il 7 settembre, si svolgerà presso l’Associazione Nautica Picena, luogo emblematico del legame profondo che Maddaluno instaurò con il territorio.
La scultura realizzata in suo onore, collocata all’ingresso del circolo nel ventennale della sua fondazione, testimonia questo rapporto di reciproca ispirazione e impegno.
Più che una semplice opera d’arte, essa rappresenta un simbolo della capacità di Maddaluno di generare legami, di costruire ponti tra individui e di trasformare lo spazio fisico in luogo di incontro e condivisione.
La conferenza, pertanto, non si limiterà all’analisi tecnica e stilistica delle sue sculture, ma si concentrerà sulla dimensione relazionale che permea la sua opera.
Si esplorerà come l’arte di Maddaluno abbia favorito la nascita di una vera e propria “società artistica”, un circuito di interazioni, scambi e collaborazioni che ha contribuito a rafforzare il tessuto sociale locale.
Si affronteranno temi cruciali quali il ruolo dell’artista come mediatore culturale, la funzione dell’arte come strumento di inclusione e la capacità di un’opera d’arte di trascendere la sua dimensione estetica per diventare veicolo di valori e significati condivisi.
L’esperienza trentennale di Maddaluno come preside del Liceo artistico di Porto San Giorgio, offrì un terreno fertile per sperimentare nuove metodologie didattiche e per coltivare il talento di generazioni di studenti, contribuendo a formare non solo artisti, ma individui consapevoli e responsabili.
La conferenza si propone quindi come un omaggio a un artista poliedrico, capace di coniugare la creatività individuale con l’impegno civile, e di lasciare un’eredità artistica e umana di inestimabile valore per la comunità fermana.
Un’occasione per riscoprire un protagonista silente, ma imprescindibile, della storia culturale del territorio.