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martedì 28 Ottobre 2025

Dondero e Maddaluno: un dialogo tra scultura e fotografia a Fermo.

Il Terminal Mario Dondero di Fermo si configura ora come scenario inatteso e suggestivo per un dialogo inedito tra scultura e fotografia.

L’opera “Paesaggio” di Ciro Maddaluno (1944-2015), un complesso assemblaggio di elementi metallici che erigono mulinelli di forme in un dinamismo perpetuo, si materializza in un mutevole corteggiamento con le immagini in bianco e nero di Mario Dondero (1928-2015), suo amico e testimone privilegiato.
Il comodato d’uso gratuito, un omaggio al decennale della scomparsa dello scultore, offerto dalla famiglia Maddaluno, inaugura un percorso espositivo che trascende la semplice esposizione, proponendo una riflessione sull’eredità culturale e artistica che lega Fermo a due figure di spicco.

L’installazione di Maddaluno, più che una scultura tradizionale, si presenta come una costellazione di elementi in movimento, un ecosistema metallico che evoca paesaggi interiori, memorie collettive e la vertigine del tempo.

I segnavento, come antenne sensibili, captano i flussi del vento, traducendoli in un linguaggio visivo di inquietudine e speranza.

Le basi in terracotta, raffiguranti case e chiese, ancorano l’opera alla realtà, evocando la memoria di un territorio segnato da una storia complessa e da un profondo senso di identità.
Mario Dondero, con la sua fotografia, ha agito da cronista silente, catturando l’attimo fuggente dell’allestimento, fissando sulla carta l’energia creativa di Maddaluno.

La loro collaborazione, nata da un’amicizia profonda, si rivela una testimonianza preziosa del processo artistico, un dialogo tra due linguaggi che si completano e si arricchiscono a vicenda.
Nel 1996, Dondero aveva documentato spontaneamente la creazione di “Paesaggio” nella sua precedente sede a Palazzo Monti, anticipando questo nuovo, inatteso capitolo.
“Mario voleva fermare l’attimo con la foto, mio padre lo traduceva in schizzi”, spiega Domenico Maddaluno, sottolineando l’importanza dello scambio continuo, il nutrimento reciproco tra creatività e osservazione.
Il progetto, condiviso con Elisa Dondero, figlia del fotografo, si inserisce in una riflessione più ampia sul ruolo dell’arte come veicolo di cultura, un’eredità che i due artisti hanno contribuito a tramandare nel territorio marchigiano.

Domenico Maddaluno alimenta il sogno di un museo diffuso, un percorso che colleghi le opere del padre sparse tra Italia, Francia e Croazia, un’iniziativa volta a promuovere l’arte contemporanea e a valorizzare il patrimonio artistico italiano all’estero.
L’installazione di Fermo, definita “paesaggio storico” dal figlio dell’artista, rappresenta un’icona del policentrismo marchigiano, un riflesso plastico della frammentazione amministrativa e della resilienza di una regione ricca di identità locali e di campanili.

Il 4 ottobre 2025, l’opera sarà parte integrante delle celebrazioni della Giornata Nazionale del Contemporaneo, consolidando il suo ruolo di simbolo culturale per la città e per l’intera regione.

La presentazione dell’iniziativa ha visto la partecipazione di Micol Lanzidei, assessore alla Cultura, Francesca Giagni, responsabile di Musei e Mostre del Comune, e Vissia Lucarelli, dello staff di Fermo Musei, testimoniando l’impegno istituzionale nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del territorio.

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