La Giornata Europea della Cultura Ebraica, giunta alla sua ventiseiesima edizione, si dispiega nelle Marche come un ponte culturale tra passato e presente, un’occasione per illuminare un patrimonio millenario spesso offuscato da pregiudizi e incomprensioni.
Quest’anno, l’edizione 2025 abbraccia sei città marchigiane – Ancona, Pesaro, Urbino, Fano, Jesi e Fermo – con un programma ricco e variegato, aperto al pubblico dal 13 settembre, e incentrato sul tema “Il popolo del libro”.
Il libro, in questa prospettiva, non è semplicemente un contenitore di parole, ma l’essenza stessa di una civiltà, il veicolo di una memoria collettiva che attraversa i secoli.
È il custode della Torah, degli insegnamenti ancestrali, della poesia, della filosofia e della legge che hanno plasmato l’identità ebraica e influenzato profondamente la cultura occidentale.
L’esplorazione di questo legame profondo con la scrittura si pone come un invito a riscoprire le radici comuni che uniscono ebraismo, cristianesimo e islam, generando un dialogo interreligioso e interculturale quanto mai necessario in un’epoca segnata da tensioni e radicalizzazioni.
La conoscenza, in questo contesto, emerge come atto di responsabilità sociale, strumento per costruire ponti e abbattere muri.
Il programma marchigiano offre un caleidoscopio di esperienze.
Ad Ancona, la maestosa sinagoga di via Astagno si apre al pubblico, mentre uno spettacolo suggestivo, “Chouchani, in cerca di un Maestro”, intreccia musica e narrazione per evocare l’atmosfera della tradizione orale ebraica.
A Pesaro, un percorso guidato attraverso la sinagoga locale svela l’eco di una comunità, analizzando l’architettura, le tradizioni e confrontandole con modelli sinagogali di altre città.
Urbino, città del Rinascimento, celebra il tema europeo aprendo al pubblico la sinagoga di via Stretta, un gioiello nascosto che testimonia la presenza ebraica nella storia urbana.
A Fano, un dialogo illuminante tra monsignor Fumagalli, custode di antichi manoscritti, e il giornalista Giovenco, arricchito da musiche tradizionali, approfondisce le implicazioni culturali del legame con la scrittura.
Jesi propone una conferenza con la professoressa Marcuccini, seguita da un itinerario alla scoperta del quartiere ebraico e Palazzo Bisaccioni.
Particolarmente significativo è l’evento a Fermo, dedicato ad Immanuel Romano, poeta e pensatore del Trecento, figura cardine per la nascita della lingua letteraria italiana.
Attraverso la presentazione di Francesca Luzi, la proiezione del documentario “Il mio nome è Immanuel… posi ogni parola al servizio della mia anima” e la lettura inedita delle Machbaroth, a cura del docente Fabrizio Lelli, si rende omaggio a un autore che ha saputo incarnare il fervore culturale e spirituale di un’epoca cruciale.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica nelle Marche non è dunque solo un evento di celebrazione, ma un percorso di conoscenza, un invito a riflettere sul significato profondo della memoria, della scrittura e del dialogo interculturale, con la speranza di contribuire a costruire un futuro di maggiore comprensione e rispetto reciproco.
È un’occasione per riscoprire la ricchezza e la complessità di una cultura millenaria che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’umanità.