giovedì 21 Agosto 2025
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Ancona

Jesi, riscoperti i libri proibiti: un’indagine sulla Controriforma.

Un progetto di ricerca innovativo, sostenuto da risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si appresta a illuminare un capitolo oscuro della storia culturale jesina (provincia di Ancona): la repressione bibliografica operata dalla Chiesa cattolica nell’era della Controriforma.

L’indagine, di natura interdisciplinare, mira a ricostruire le dinamiche della censura, analizzando non solo le opere intercettate e bandite, ma anche le motivazioni teologiche, politiche e sociali che ne determinarono la condanna.

Al centro della ricerca si colloca un manoscritto di eccezionale valore storico, appartenuto alla famiglia Pianetti, una famiglia di spicco nella vita civile e religiosa di Jesi.

Il documento, risalente al XVII e XVIII secolo, funge da catalogo dettagliato delle opere giudicate inaccettabili, un vero e proprio “indice dei libri proibiti” locale.
La sua scoperta e la successiva analisi offrono uno sguardo privilegiato sulle strategie di controllo del sapere adottate dalla Chiesa in un contesto di tensioni religiose e conflitti ideologici.

Il progetto non si limita a trascrivere e catalogare i titoli proibiti.
L’analisi critica del manoscritto permetterà di identificare i criteri di selezione utilizzati dai censori, spesso soggetti a interpretazioni divergenti e influenzati da correnti di pensiero contrastanti all’interno stessa della Chiesa.
Si cercherà di comprendere quali autori, generi letterari e temi specifici suscitarono il maggiore allarme, rivelando così le fragilità e le paure di un’epoca segnata dalla volontà di uniformare il pensiero e consolidare il potere.

L’indagine, che coinvolgerà storici, letterati, teologi e archivisti, intende inoltre contestualizzare il manoscritto all’interno del panorama culturale e religioso dell’epoca, prendendo in considerazione le relazioni tra Jesi e le sedi ecclesiastiche superiori, come Roma e Venezia, centri nevralgici del potere e della cultura controriformata.

L’obiettivo è di ricostruire una rete di relazioni e influenze che spieghino il ruolo di Jesi come nodo cruciale nella sorveglianza e nella repressione del sapere.
La ricerca non si propone, infine, di giudicare il passato con gli occhi del presente, ma di comprenderlo nella sua complessità, mettendo in luce le implicazioni culturali, sociali e politiche della censura bibliografica.

La pubblicazione dei risultati, attraverso un volume monografico e mostre divulgative, mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della libertà di pensiero e sull’urgenza di tutelare il patrimonio culturale, custode della memoria e delle contraddizioni del passato.

La riscoperta di questo manoscritto rappresenta, quindi, un’opportunità unica per riflettere sulla funzione dei libri, sul potere della parola e sulla necessità di preservare la diversità di voci e prospettive che arricchiscono il nostro mondo.

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