La paralisi che affligge il settore balneare italiano, una condizione di stallo protrattasi per anni, si traduce in investimenti ridotti all’osso, soffocati da un’incertezza normativa divenuta insopportabile. A delinearne i contorni, con toni di profonda frustrazione, è Marco Scarpetta, vicepresidente dell’Associazione Balneari di Civitanova Marche, in un’intervista all’ANSA. Il nodo cruciale, ancora pendente, riguarda le concessioni demaniali marittime, una questione che incide non solo sul presente, ma soprattutto sul futuro di un’intera filiera produttiva e di migliaia di famiglie.L’attesa, ora, è sospesa sulla redazione dei bandi da parte dei Comuni, un processo avvolto nella nebbia della possibile revoca delle concessioni esistenti. Questa condizione di precarietà genera un clima di profonda ansia: come poter pianificare la propria attività, come programmare interventi di miglioramento e ammodernamento, quando il futuro stesso della propria attività è appeso a un filo? La necessità di garanzie adeguate in termini di indennizzo, in caso di esproprio forzato, si configura come prerequisito imprescindibile per ogni decisione di investimento. Non si tratta semplicemente di una questione economica, ma di tutela del patrimonio umano e professionale costruito nel corso di generazioni. La perdita di un’attività rappresenta per molti non solo la perdita del lavoro, ma la cancellazione di un sogno, il crollo di un progetto di vita costruito con sacrifici e dedizione.Il decreto “salva infrazioni”, pur concedendo un certo margine di tempo ai Comuni, non ha dissipato l’incertezza, anzi, l’ha amplificata. Scarpetta, che non proviene da una famiglia di imprenditori balneari, sottolinea l’impegno personale profuso per costruire la propria attività, un percorso costellato di difficoltà e rinunce. L’aspirazione, oggi, è quella di concludere la propria carriera in un clima di serenità e stabilità, non di costante apprensione e precarietà.Le ripercussioni di questa situazione di stallo si estendono ben oltre il settore balneare, impattando sull’intera filiera collegata: fornitori, artigiani, aziende di servizi. La difficoltà di programmazione si traduce in una riduzione degli investimenti anche a loro danno, frenando la crescita e l’innovazione. Questa è, a detta di Scarpetta, l’eredità negativa della direttiva Bolkestein, una normativa che, seppur mirata alla liberalizzazione del mercato, ha generato più problemi che soluzioni.Nonostante il clima di incertezza, la stagione estiva è ufficialmente iniziata, dopo un maggio segnato da condizioni meteorologiche avverse e mareggiate che hanno ripetutamente richiesto interventi di ripristino dell’arenile. La spiaggia, ora, è frequentata, e le aspettative per un’estate positiva sono alte: c’è una forte volontà di godere del mare, dell’aria aperta, della convivialità. I prezzi, dopo l’impennata dovuta alla ripresa post-pandemica, si sono stabilizzati, con piccoli aggiustamenti legati al generale aumento del costo della vita. A Civitanova, una famiglia può spendere tra i 15 e i 28 euro per un ombrellone e due lettini, a seconda del giorno della settimana. Tuttavia, l’ombra dell’incertezza normativa continua a gravare su un settore vitale per l’economia e il turismo italiano, richiedendo soluzioni rapide e condivise che garantiscano stabilità e prospettive di crescita.
Balneari al Bando: l’Incertezza Soffoca il Settore
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