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venerdì 7 Novembre 2025

Certificazione Moda: Cna Piceno tra ottimismo e cautele

La recente introduzione della Certificazione Unica di Conformità per le filiere della moda suscita in Cna Federmoda Ascoli Piceno un sentimento di cauto ottimismo, legato alla potenziale capacità di infondere maggiore legalità, trasparenza e tracciabilità in un settore cruciale per l’economia locale.

Tuttavia, l’associazione esprime una necessità imprescindibile: il mantenimento del carattere volontario di tale iniziativa, per evitare che si configuri come un onere burocratico aggiuntivo per le micro e piccole imprese, vero motore produttivo del Piceno e fondamento del Made in Italy.

Irene Cicchiello, responsabile Cna Federmoda Ascoli, sottolinea come la certificazione possa rappresentare un vero strumento di valorizzazione solo se orientata a premiare chi opera con competenza, passione e nel pieno rispetto delle normative, promuovendo un’etica del lavoro focalizzata sulla qualità e la sostenibilità.
La priorità per le imprese locali non è l’accumulo di adempimenti, bensì la creazione di un contesto normativo equo, contratti commerciali trasparenti e una politica industriale lungimirante, in grado di proteggere chi investe in processi produttivi responsabili.

Cna ribadisce con forza l’importanza cruciale di un accordo di filiera inclusivo, che coinvolga brand, fornitori e laboratori conto terzi, al fine di garantire una remunerazione equa e la piena visibilità di ogni fase della produzione.
Il timore è che un sistema eccessivamente complesso possa penalizzare le piccole realtà, mentre il problema strutturale dell’ *ultra fast fashion* – con i suoi impatti sociali ed ambientali – resti in gran parte inesplorato.
È imperativo, pertanto, affiancare alla certificazione controlli pubblici mirati e incentivare pratiche commerciali corrette, premiando chi adotta prezzi giusti e condizioni di lavoro dignitose.
Nel cuore del territorio piceno, il settore tessile e dell’abbigliamento continua a rappresentare un pilastro fondamentale dell’economia locale, una rete di imprese artigiane che collaborano attivamente con i grandi marchi, sia nazionali che internazionali.
Queste aziende, pur nella loro dimensione ridotta, esprimono un alto livello di specializzazione e rappresentano una componente essenziale della manifattura italiana, un patrimonio di know-how e competenza che va tutelato e valorizzato.
Arianna Trillini e Francesco Balloni, presidente e direttore di Cna Ascoli, evidenziano come la certificazione possa trasformarsi in un fattore di competitività solo se concepita come uno strumento di supporto concreto per chi, sul territorio, contribuisce quotidianamente alla creazione del Made in Italy.
Un sistema che, anziché appesantire le imprese, sappia riconoscere e premiare l’eccellenza, promuovendo una cultura della qualità, della sostenibilità e della responsabilità sociale, elementi imprescindibili per la sopravvivenza e il successo di un settore che incarna l’identità e il valore del nostro Paese.
La sfida è trasformare la certificazione in un’opportunità per rafforzare il tessuto imprenditoriale locale e consolidare la reputazione del Made in Italy nel mondo.

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