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lunedì 3 Novembre 2025

Dazi USA-UE: rischio per le imprese marchigiane e l’export

L’accordo commerciale tra Stati Uniti ed Unione Europea, che introduce dazi del 15% su determinati prodotti, rappresenta una sfida significativa per le 2.500 imprese marchigiane attive nell’export e per il tessuto imprenditoriale italiano nel suo complesso.
La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) Marche esprime una valutazione critica, definendo l’intesa “non soddisfacente” e sollecitando interventi mirati a mitigare le ripercussioni.

La Cna Marche, attraverso le voci del presidente Paolo Silenzi e del segretario Moreno Bordoni, auspica una rapida ripresa dei lavori del tavolo dedicato all’export presso Palazzo Chigi.

L’obiettivo è definire strumenti e criteri efficaci per rendere accessibili alle imprese i 25 miliardi di euro di risorse governative stanziate a sostegno delle esportazioni.
Il mercato statunitense, nel 2024, ha assorbito l’8,9% dell’export complessivo marchigiano, un dato che rivela la sua importanza strategica per le aziende locali.

L’analisi della CNA evidenzia una particolare concentrazione in settori chiave: il farmaceutico (20% delle esportazioni verso gli USA), la meccanica (19,5%) e la moda (14,6%).
L’elenco dei prodotti Made in Marche che hanno attraversato l’Atlantico per un valore di 1 miliardo e 248 milioni di euro offre un quadro ampio della diversificazione produttiva regionale: farmaci, macchinari elettrici, arredamento, calzature, armamenti, articoli in pelle, cosmetici, strumenti musicali, prodotti alimentari trasformati, ortofrutta lavorata, articoli sportivi, gioielleria.
La brusca frenata dell’export marchigiano verso gli Stati Uniti, che negli ultimi due anni è passato da 2,6 a 1,2 miliardi di euro, prefigura una situazione di vulnerabilità.
L’introduzione dei dazi, sommandosi all’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro (un aumento del 13% negli ultimi mesi), esacerba ulteriormente le difficoltà.

La CNA sottolinea che l’impatto non si limita alle vendite dirette, ma si estende a flussi indiretti consistenti, essenzialmente beni intermedi cruciali per i settori della meccanica e della moda, comparti in cui prevalgono le piccole e micro imprese, particolarmente esposte a tali oneri.

Questo scenario impone una riflessione più ampia sulla dipendenza da mercati esterni e sulla necessità di diversificare le rotte commerciali.

È imperativo che il governo italiano agisca tempestivamente, non solo attraverso il finanziamento diretto delle imprese, ma anche promuovendo accordi commerciali più equi e sostenibili, e investendo nella ricerca e sviluppo per rafforzare la competitività del Made in Italy.
La resilienza del sistema imprenditoriale marchigiano e italiano dipenderà dalla capacità di affrontare questa sfida con determinazione e lungimiranza, favorendo l’innovazione, la collaborazione e una visione strategica orientata al futuro.

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