L’imminente manovra finanziaria rappresenta un’opportunità cruciale per affrontare le sfide socio-economiche che gravano sulle famiglie italiane, con particolare riferimento alla condizione femminile e alla sua complessa intersezione con il mercato del lavoro.
In questo contesto, l’auspicio della Cisl, espresso durante il Consiglio Generale regionale a San Benedetto del Tronto, si concentra sulla necessità di politiche mirate e innovative, capaci di superare approcci superficiali e frammentari.
La segretaria generale Daniela Fumarola ha delineato una visione articolata, che trascende la semplice richiesta di misure a sostegno del reddito.
Pur non disdegnando l’importanza di interventi diretti, come una riduzione dell’aliquota Irpef, con un abbassamento dal 35% al 32% per i redditi fino a 60.000 euro, e la defiscalizzazione delle tredicesime per lavoratori e pensionati – misure fondamentali per alleggerire il peso fiscale su una fascia di reddito cruciale – l’enfasi è posta sulla necessità di un ripensamento profondo del concetto stesso di conciliazione vita-lavoro.
La visione della Cisl non si limita a considerare la conciliazione come un problema da risolvere “per le donne”, relegandole a custodi primarie della famiglia e gravate da responsabilità che spesso le estraggono dal mercato del lavoro.
Al contrario, si promuove un cambiamento culturale radicale, in cui la genitorialità diventi una responsabilità condivisa tra uomini e donne, un impegno sociale che coinvolga attivamente il tessuto familiare e produttivo.
Questo approccio trasformativo richiede interventi strutturali ben definiti.
Si pensa, ad esempio, a un potenziamento dei servizi per l’infanzia, con un’offerta capillare e accessibile a tutti, al di là delle barriere geografiche ed economiche.
Si auspica, inoltre, la promozione di forme di lavoro flessibile e intelligente, che permettano ai genitori di conciliare le esigenze professionali con quelle familiari, senza compromettere la qualità della vita né la crescita dei figli.
Il telelavoro, il part-time condiviso, il lavoro agile, sono solo alcune delle possibili soluzioni, purché accompagnate da adeguate politiche di incentivazione e accompagnamento.
La sfida, quindi, non è solo economica, ma anche culturale e sociale.
Riconoscere il valore del lavoro femminile, incentivare la condivisione delle responsabilità genitoriali, promuovere un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, sono gli obiettivi che la Cisl si pone, auspicando che il governo, in sede di confronto con le parti sociali, sappia cogliere l’importanza di un cambiamento profondo e duraturo.
L’attenzione al ceto medio, quindi, non può prescindere da un investimento strategico sul futuro delle famiglie e sulla parità di genere.