Nel terzo trimestre del 2025, il panorama occupazionale marchigiano presenta un quadro complesso e apparentemente contraddittorio.
La forza lavoro complessiva si stabilizza attorno alle 652.000 unità, segnando una flessione di 8.000 occupati, pari a -1,2% rispetto all’anno precedente.
Questo dato, apparentemente negativo, necessita di un’analisi più approfondita, poiché il peso maggiore della contrazione ricade sulle forme di lavoro autonomo, che subiscono una contrazione significativa di 22.000 unità, corrispondente a una diminuzione del 13,8%.
Parallelamente, si registra un incremento, seppur meno eclatante, di 14.000 unità nel numero dei dipendenti, con un aumento del 2,8%.
Questa dicotomia tra lavoro autonomo e dipendente rivela dinamiche sottostanti al mercato del lavoro regionale.
La diminuzione dei lavoratori indipendenti potrebbe essere sintomatica di una crescente incertezza economica che spinge molti a rinunciare all’attività autonoma, cercando la maggiore stabilità offerta dai contratti di lavoro dipendenti.
Tuttavia, questo fenomeno potrebbe anche riflettere una trasformazione strutturale del mercato, con una progressiva transizione verso forme di lavoro più regolamentate e protette.
L’analisi di genere offre ulteriori spunti interpretativi.
La contrazione occupazionale è trainata prevalentemente dalla diminuzione degli uomini (-11.000, -3%), mentre le donne occupate aumentano di 3.000 unità (+1%).
Questa inversione di tendenza riduce la disparità di genere nel tasso di occupazione, attestato rispettivamente al 72,3% per gli uomini e al 63,4% per le donne, suggerendo una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, sebbene permangano significative differenze.
L’andamento settoriale è altrettanto significativo.
Il comparto dei servizi (in particolare quelli non specificati) mostra una contrazione preoccupante di 24.000 unità (-8,3%), indicando potenziali difficoltà in settori come turismo, consulenza e attività professionali.
Al contrario, l’industria (+4,8%), le costruzioni (+10,4%) e il commercio (+2,1%) mostrano segnali di resilienza e crescita, suggerendo una possibile ripresa in settori strategici per l’economia regionale.
Il calo dei disoccupati (-5.000, -14,6%), che si attesta a 30.000 unità, rappresenta un elemento di incoraggiamento, sebbene si discosti negativamente rispetto all’andamento del Centro Italia (+3,1%) e nazionale (+0,8%).
Il conseguente calo del tasso di disoccupazione al 4,4% è un dato positivo, ma va interpretato alla luce dell’aumento degli inattivi, che si attestano a 265.000 unità, con un incremento di 11.000 unità (+4,5%).
Questo aumento degli inattivi potrebbe essere attribuibile a diversi fattori, tra cui la rinuncia alla ricerca di lavoro, l’abbandono del mercato del lavoro per motivi familiari o di salute, o la presenza di ostacoli strutturali che impediscono l’accesso al lavoro.
“I dati del terzo trimestre 2025 – sottolinea Eleonora Fontana, segretaria regionale Cgil Marche – evidenziano una situazione di apparente contraddizione: una diminuzione degli occupati accompagnata da un calo della disoccupazione.
Questo scenario, in combinazione con l’aumento degli inattivi, richiede un’analisi approfondita e interventi mirati.
” La segretaria evidenzia la necessità urgente di riattivare la Commissione Regionale del Lavoro, al fine di prevedere e implementare politiche attive per affrontare le fragilità del mercato del lavoro regionale e promuovere una ripresa inclusiva e sostenibile, guardando al futuro con un approccio proattivo e lungimirante per il 2026.







