lunedì 15 Settembre 2025
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Bagnini Pubblici Ufficiali: Una Battaglia per la Sicurezza delle Coste

La sicurezza delle coste italiane, un imperativo civico e morale, è troppo spesso compromessa da una lacuna legislativa che penalizza chi, quotidianamente, ne assicura la salvaguardia: i bagnini di salvataggio.
Gianluca Carrabs, aspirante consigliere regionale con Alleanza Verdi Sinistra Marche, e Francesco Emilio Borrelli, deputato nazionale, sollevano con forza questa anomalia, proponendo un cambio di paradigma che elevi i bagnini al rango di Pubblico Ufficiale, riconoscimento sancito dall’articolo 357 del Codice Penale e portatore di implicazioni giuridiche e sociali di primaria importanza.
L’Italia, pur nella sua innegabile bellezza paesaggistica e nella vitalità del suo turismo balneare, registra un bilancio annuale di decessi per annegamento che supera ampiamente la soglia dei 350.

Dietro queste statistiche, dolorose e ripetute, si cela l’eroismo silenzioso di migliaia di professionisti che, con dedizione e competenza, evitano tragedie inimmaginabili.

Il loro ruolo non è meramente accessorio, ma costituisce un servizio pubblico essenziale, un baluardo contro la forza inesorabile del mare.
Eppure, questo servizio rimane privo di un riconoscimento formale che ne tuteli la professionalità e rafforzi il diritto alla protezione.

Il riconoscimento dei bagnini come Pubblici Ufficiali non si configura come un mero atto di giustizia, ma come un investimento strategico per la sicurezza collettiva.

Tale riconoscimento implicherebbe una maggiore tutela legale per gli stessi bagnini, esposti quotidianamente a rischi elevati, e una responsabilizzazione più definita in caso di necessità.

Borrelli si impegna a portare la questione all’attenzione del panorama politico nazionale, integrando la proposta nell’agenda di Alleanza Verdi e Sinistra.

L’iniziativa si lega a un piano più ampio, che contempli un’iniezione di fondi regionali per l’acquisto di attrezzature all’avanguardia e un potenziamento dei programmi di formazione attraverso finanziamenti statali mirati.

L’obiettivo è garantire una standardizzazione nell’impiego di risorse tecnologiche avanzate, come moto d’acqua e droni, strumenti ormai imprescindibili per un intervento rapido ed efficace in situazioni di emergenza.

Carrabs e Borrelli sottolineano con forza che la battaglia per il riconoscimento legale non è l’unica priorità.
L’adeguamento delle risorse operative è altrettanto cruciale.
L’immagine dei bagnini che si muovono con mezzi d’epoca, come pattini a remi, contrasta drammaticamente con le pratiche adottate in altri Paesi europei, dove l’innovazione tecnologica è parte integrante del servizio di salvataggio.

Si tratta di un divario inaccettabile, che mette a repentaglio la sicurezza dei bagnanti e sminuisce il valore del lavoro di chi si dedica a proteggerli.
Elevare il professione di bagnino significa dotarlo degli strumenti adeguati per affrontare le sfide del mare, riconoscendo il coraggio e la dedizione di coloro che, giorno dopo giorno, vigilano sulle nostre coste.

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