venerdì 5 Settembre 2025
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Crisi HP Composites: Ascoli Piceno a rischio, serve intervento urgente.

La vertenza HP Composites di Ascoli Piceno si configura come un campanello d’allarme, un potenziale epicentro di una crisi sociale di vasta portata, con ripercussioni dirette su centinaia di famiglie marchigiane che si sentivano al sicuro dietro la presunta stabilità dei loro impieghi.

Questa situazione, denunciata dal candidato del Partito Democratico Francesco Ameli, trascende la mera gestione locale, richiedendo un intervento urgente e coordinato a livello regionale e nazionale.

L’appello di Ameli non si limita a una richiesta di azioni concrete, ma mira a smantellare una dinamica di promesse non mantenute, dove la “filiera istituzionale” si è rivelata finora più uno strumento di facciata che un motore di sviluppo.
Il riferimento diretto al caso abruzzese, dove la Zona Economica Speciale (ZES) ha generato benefici tangibili per aziende concorrenti di HP, evidenzia una disconnessione critica.
Mentre in Abruzzo la ZES si è tradotta in vantaggi competitivi concreti, nel Piceno sembra essersi limitata a un’etichetta propagandistica, priva di un impatto reale.
La lezione da trarre dall’esperienza abruzzese non è semplicemente l’adozione della ZES, ma la comprensione del suo ruolo all’interno di una più ampia visione strategica.

La ZES, di per sé, non è una panacea.

È un elemento – seppur importante – di una strategia industriale mirata a rafforzare il tessuto produttivo locale e a promuovere l’innovazione.
La mancanza di questa visione strategica ha contribuito a creare un contesto competitivo svantaggiato per HP Composites, lasciandola esposta a fattori esterni che minacciano la sua sopravvivenza.

La posta in gioco è ben più alta della mera tutela di un singolo stabilimento.

Il “polo del carbonio” rappresenta un’eccellenza territoriale, un concentrato di competenze specialistiche e know-how che costituiscono un patrimonio inestimabile per l’intera comunità marchigiana.

La perdita di questo polo non solo causerebbe un danno economico di vasta portata, ma impoverirebbe anche il tessuto sociale e culturale del Piceno, privandolo di un motore di sviluppo e di un simbolo di orgoglio locale.

Per affrontare questa emergenza, è indispensabile riaprire un tavolo di confronto ampio e inclusivo, che coinvolga non solo le istituzioni locali (Comune di Ascoli e Regione), ma anche i sindacati, le associazioni di categoria e, soprattutto, i rappresentanti dei lavoratori.
Questo tavolo deve avere l’obiettivo di elaborare un piano d’azione condiviso, che definisca le priorità, le responsabilità e le risorse necessarie per rilanciare il polo del carbonio e per garantire la sua sostenibilità nel lungo periodo.
L’iniziativa deve mirare a creare un ecosistema industriale favorevole all’innovazione, alla collaborazione e alla crescita, in grado di attrarre investimenti, creare posti di lavoro e rafforzare la competitività del territorio marchigiano a livello nazionale e internazionale.

La difesa di questa eccellenza non può essere delegata a singoli attori, ma richiede un impegno collettivo e una visione condivisa.

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