domenica 14 Settembre 2025
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Crisi Marche: Desertificazione Produttiva e Costi Energetici Suffocano le Imprese

La regione Marche si trova ad affrontare una crisi economica profonda, una vera e propria “desertificazione produttiva” che rischia di compromettere il tessuto socio-economico locale.
L’impennata vertiginosa dei costi energetici, in particolare del gas naturale di origine statunitense, sta strangolando le imprese marchigiane, costringendole a operare in condizioni di estrema difficoltà e mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
Questa situazione non è frutto di una congiuntura sfavorevole, ma il risultato di scelte politiche ed energetiche discutibili, con implicazioni che vanno ben oltre la mera gestione dei prezzi.
L’incremento dei costi energetici, amplificato dalle politiche di diversificazione delle fonti di approvvigionamento, impone alle aziende marchigiane un onere insostenibile.
L’abbandono progressivo del gas russo, con conseguente dipendenza da fornitori alternativi, ha generato un’escalation dei prezzi che sta erodendo la competitività delle imprese locali.
Questa dinamica non solo minaccia la perdita di posti di lavoro, ma accelera lo spopolamento della provincia, alimentando una spirale di declino economico e sociale.
La narrazione dominante, che dipinge una contrapposizione ideologica tra le forze politiche, appare come una cortina fumogena per celare un accordo di fondo sulle scelte strategiche che penalizzano le fasce più deboli della popolazione.
La critica rivolta a figure politiche locali, come Ricci ed Acquaroli, si inserisce in un quadro più ampio di contestazione nei confronti di un sistema di potere che affonda le sue radici a Roma e Bruxelles.

Questi rappresentanti, secondo quanto sostenuto, agiscono da meri esecutori di direttive provenienti da centri di potere più grandi, anteponendo gli interessi di una burocrazia ristretta a quelli della comunità marchigiana.

La proposta avanzata è quella di un radicale cambio di rotta, un ribaltamento del tavolo che ponga al centro le esigenze reali del territorio.

Si auspica un ritorno a politiche energetiche più equilibrate, che tengano conto non solo della sicurezza degli approvvigionamenti, ma anche della sostenibilità economica delle imprese e delle famiglie.

È necessario restituire potere decisionale alla comunità locale, liberandola dalle logiche speculative e guerrafondaie che la danneggiano.

L’iniziativa si presenta come un’alleanza sociale volta a difendere il lavoro, le piccole imprese, l’agricoltura, l’artigianato e il commercio, contro le logiche predatorie della finanza internazionale.
L’ascolto attento dei bisogni della società marchigiana è il punto di partenza per costruire un futuro più giusto e prospero, un futuro che metta al centro la dignità del lavoro e la resilienza del territorio.

Questo approccio implica un ripensamento profondo del modello di sviluppo, orientato alla sovranità alimentare, alla transizione energetica sostenibile e alla valorizzazione delle risorse locali.
L’obiettivo è riaffermare l’identità e l’autonomia delle Marche, opponendosi a un modello di globalizzazione che ne compromette l’esistenza.

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