La recente tornata elettorale nelle Marche ha sancito la riconferma di Francesco Acquaroli alla presidenza regionale, un risultato che, pur rappresentando la volontà espressa dalla maggioranza degli elettori, solleva interrogativi profondi sullo stato della partecipazione democratica e sulla percezione delle proposte politiche.
La nostra coalizione ha presentato una visione alternativa, elaborata con scrupolo e mirata a innescare un rinnovamento concreto, un cambiamento strutturale che affrontasse le sfide pressanti che la regione si trova ad affrontare.
Tuttavia, la chiarezza con cui abbiamo articolato la nostra offerta programmatica non è stata sufficiente a conquistare la fiducia di un numero adeguato di votanti.
Questo risultato, lungi dall’essere una semplice constatazione di una diversa preferenza, ci impone un’analisi critica e approfondita delle dinamiche che hanno influenzato il voto.
Non possiamo ignorare la significativa diminuzione dell’affluenza alle urne, un segnale allarmante che erosa le fondamenta stesse della nostra democrazia.
Un elettorato disinteressato, distante, o semplicemente disilluso, compromette la legittimità delle istituzioni e rischia di aprire la strada a derive populiste e a forme di governo sempre meno rappresentative della volontà popolare.
Desidero esprimere la mia profonda gratitudine a Matteo Ricci, che con dedizione e passione ha contribuito a diffondere i valori e gli obiettivi del nostro progetto politico.
Il suo impegno instancabile è stato un punto di riferimento per molti e la sua presenza sul campo ha rappresentato un valore aggiunto significativo.
Ringrazio inoltre tutti gli elettori che hanno riposto in noi la loro fiducia, anche se in numero inferiore a quanto auspicato, e la mia comunità, che ha affrontato con maturità e responsabilità un percorso complesso e impegnativo.
Rivolgo i miei più sinceri auguri di buon lavoro al Presidente Acquaroli, nella speranza che il suo secondo mandato sia caratterizzato da una politica regionale capace di rispondere effettivamente alle esigenze dei marchigiani, di promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio, di tutelare l’ambiente e di garantire l’equità e la giustizia sociale.
Auspico che il Presidente sia in grado di raccogliere le istanze provenienti da tutte le forze politiche e sociali, al di là delle divisioni ideologiche, per costruire un futuro migliore per le Marche.
Questo risultato elettorale non deve essere interpretato come una sconfitta definitiva, ma come un’occasione per riflettere, ripartire e rafforzare il nostro impegno civile e politico.
Dobbiamo comprendere a fondo le ragioni di questo allontanamento, le cause della disaffezione e le aspettative che non siamo riusciti a intercettare.
Solo attraverso un’autocritica onesta e costruttiva potremo tornare a costruire un progetto politico solido, credibile e capace di ispirare fiducia e partecipazione.
Il futuro delle Marche, e della nostra democrazia, dipende dalla nostra capacità di ascoltare, di comprendere e di agire.