La figura del consigliere regionale dem Antonio Mastrovincenzo si trova al centro di una controversia che investe l’organizzazione del Partito Democratico nelle Marche, sollevando interrogativi sull’appartenenza e il ruolo dei suoi esponenti all’interno dell’Assemblea Legislativa.
Secondo quanto riferito dal *Corriere Adriatico*, Mastrovincenzo è stato cancellato dall’anagrafe degli iscritti al Pd con riferimento al biennio 2025/2026, una decisione che pone a rischio la sua affiliazione formale e, conseguentemente, l’opportunità di aderire al gruppo consiliare dem.
La vicenda assume una rilevanza particolare considerando il profilo di Mastrovincenzo, figura storica nel panorama politico regionale.
Consigliere per tre legislature consecutive, con un pregresso ruolo di Presidente dell’Assemblea Legislativa, Mastrovincenzo rappresenta un pilastro del Partito Democratico marchigiano, avendo partecipato attivamente alla sua genesi e sviluppo.
La sua ambizione di ricandidarsi per un terzo mandato durante la passata campagna elettorale era stata ostacolata da un veto imposto dalla direzione regionale del partito, evidenziando una frizione latente all’interno del partito.
Nonostante tale ostacolo, Mastrovincenzo ha dimostrato una notevole capacità di recupero politico, rispondendo all’invito del candidato alla presidenza della Regione, Matteo Ricci, e presentandosi con la lista civica “Matteo Ricci Presidente”.
Questa scelta strategica ha riscosso un significativo consenso elettorale, con oltre duemila preferenze che gli hanno garantito un posto in Assemblea.
Il plausibile ingresso nel gruppo consiliare del Pd, inizialmente considerato una formalità, è ora compromesso dalla cancellazione dall’anagrafe degli iscritti, un provvedimento che solleva questioni legali e politiche.
L’episodio non si esaurisce su un semplice contrasto interno al partito; essa incarna una più ampia riflessione sulla gestione delle affiliazioni, sul peso delle decisioni centrali rispetto all’autonomia dei territori e sulla capacità di un politico di reinventarsi anche in contesti avversi.
La vicenda Mastrovincenzo potrebbe innescare un dibattito più ampio sulla necessità di una revisione dei criteri di affiliazione e sulla definizione del ruolo dei consiglieri indipendenti all’interno dell’Assemblea, un elemento cruciale per garantire la rappresentanza democratica e la stabilità politica della regione.
L’esito di questa vicenda potrebbe inoltre influenzare le dinamiche interne al Pd nelle Marche, delineando nuovi equilibri e aprendo a possibili riallineamenti.






