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venerdì 14 Novembre 2025

Montagna Marche: Rischia la penalizzazione dei Comuni collinari

La recente proposta di legge nazionale sulla montagna, attualmente oggetto di discussione, solleva interrogativi cruciali per il futuro delle comunità marchigiane che abitano le aree collinari e montane.
L’interrogazione presentata dal consigliere regionale Giacomo Rossi, esponente di Civici Marche, pone l’accento su un elemento di profonda iniquità: la definizione restrittiva dei Comuni montani, basata unicamente su criteri altimetrici e di pendenza, con una soglia minima di altitudine fissata a 600 metri.
Questa limitazione, lungi dall’essere una mera formalità burocratica, comporta una drastica riduzione del numero di Comuni riconosciuti come montani, azzerando di fatto la possibilità di accedere a specifici benefici e misure di sostegno.

Secondo le stime preliminari, l’attuale conteggio di 88 Comuni montani marchigiani si ridurrebbe a un esiguo numero di soli 22.

Un simile ridimensionamento non è semplicemente una perdita numerica; rappresenta un impoverimento significativo per le aree marginali, compromettendo la loro capacità di resilienza e sviluppo.
Le implicazioni di questa riclassificazione vanno ben oltre la semplice perdita di finanziamenti.
Si tratta di un attacco diretto alla capacità di mantenere servizi essenziali, come scuole e sanità, e di sostenere le attività economiche locali, spesso legate all’agricoltura di montagna, all’artigianato tradizionale e al turismo sostenibile.
L’azzeramento di specifiche deroghe scolastiche e la perdita di accesso ai fondi Snai destinati alle aree interne, precedentemente fruibili dai Comuni “esclusi” dalla nuova definizione, aggraverebbero ulteriormente la situazione, accelerando lo spopolamento e l’abbandono del territorio.

Il consigliere Rossi sottolinea con forza come una legge di tale portata, destinata a delineare il futuro delle aree montane, non possa essere rigidamente ancorata a parametri puramente tecnici.
La complessità del paesaggio marchigiano, caratterizzato da una stratificazione di microclimi, morfologie e dinamiche socio-economiche peculiari, non può essere incasellata all’interno di schemi altimetrico-pendenziali predefiniti.
Un approccio equilibrato e realmente efficace richiederebbe l’integrazione di indicatori socio-economici cruciali, come il tasso di spopolamento, la difficoltà di accesso ai servizi, il livello di isolamento e la fragilità delle infrastrutture.
Questi elementi, spesso interconnessi, contribuiscono a definire la reale condizione di marginalità e vulnerabilità delle comunità montane.
L’interrogazione solleva quindi una richiesta pressante alla Giunta Regionale: un’azione concreta e determinata nei confronti del Governo centrale, volta a promuovere una revisione dei parametri legislativi, orientandoli verso una visione più ampia e inclusiva, che tenga conto della diversità e delle specificità del territorio marchigiano.

È imperativo che la Regione si faccia portavoce delle istanze delle comunità montane, affinché la legge sulla montagna non diventi uno strumento di ulteriore penalizzazione, ma un’opportunità per favorire lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale delle aree collinari e montane delle Marche.
La sfida è quella di garantire un futuro dignitoso e vitale per coloro che scelgono di vivere e lavorare in queste terre, custodi di un’identità unica e preziosa.

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