La campagna elettorale nelle Marche si accende con un’aspra contestazione da parte di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che attacca frontalmente la gestione del governo Meloni e le scelte strategiche che, a suo dire, stanno penalizzando il tessuto economico regionale.
In un evento di sostegno al candidato presidente Matteo Ricci, Renzi ha espresso un giudizio severo, evidenziando una repentina presa di coscienza da parte della Presidente del Consiglio, giunta in ritardo a fronte di una situazione precaria.
L’attacco si concentra in particolare sulla Zona Economica Speciale (Zes), un progetto cruciale per la ripresa delle Marche, la cui attuazione risulterebbe compromessa da decisioni politiche discutibili.
Renzi accusa il governo di aver immobilizzato risorse destinate alla transizione 5.0, lasciando a terra ben 6 miliardi di euro che avrebbero potuto stimolare gli investimenti e creare occupazione.
L’introduzione di dazi doganali da parte dell’amministrazione Trump, amplifica l’impatto negativo di queste scelte, gravando sulle imprese marchigiane e mettendo a rischio la loro competitività a livello internazionale.
Il confronto tra i due candidati alla presidenza della Regione, Acquaroli e Ricci, viene definito da Renzi “imbarazzante”, sottolineando una mancanza di visione e competenza da parte del candidato sostenuto dal governo.
L’intervento, per quanto diretto, rivela una profonda preoccupazione per il futuro economico della regione e per la capacità del governo di affrontare le sfide che si presentano.
Renzi consiglia esplicitamente al consulente del candidato Acquaroli, Bocchino, di limitare le sue apparizioni pubbliche, suggerendo una difficoltà di comunicazione e una mancanza di preparazione che risulterebbero controproducenti per la campagna elettorale.
La critica di Renzi non si limita a un attacco personale, ma mira a sollevare un dibattito più ampio sulla politica economica nazionale e sulle sue conseguenze a livello regionale.
Evidenzia una gestione poco attenta alle reali esigenze delle imprese e una strategia complessiva che sembra più orientata a fini elettorali che a obiettivi di sviluppo concreto.
La situazione presenta un quadro complesso, dove le dinamiche internazionali, le scelte governative e la qualità della leadership locale si intrecciano in un impatto diretto sulla prosperità delle Marche.