Il sipario della campagna elettorale si chiude con un’eco di partecipazione, un’onda di energia che ha attraversato le Marche, dal capoluogo alle aree più marginali.
Matteo Ricci, candidato del centrosinistra alla presidenza regionale, ha concluso la giornata prima del silenzio elettorale con un tour a bordo del treno, un percorso simbolico che ha voluto incarnare la volontà di un avvicinamento diretto, senza filtri, al tessuto sociale marchigiano.
Questi giorni hanno offerto uno spaccato vivido delle sfide che la regione affronta: l’urgenza di un sistema sanitario resiliente e accessibile, la necessità di politiche attive per il lavoro che sappiano rispondere alle trasformazioni del mercato, la ricerca di un modello economico sostenibile e inclusivo, capace di valorizzare le eccellenze locali senza abbandonare chi si trova in difficoltà.
Il confronto con i cittadini, i loro sogni e le loro preoccupazioni, ha rafforzato l’impegno a costruire una regione più equa, prospera e attenta alle istanze di ciascuno.
L’immagine di una comunità marchigiana consapevole del proprio ruolo nel mondo, testimoniata dalla presenza di simboli di solidarietà internazionale nelle piazze, ha profondamente segnato la campagna.
L’attenzione verso la questione palestinese, concretizzata nella promessa di riconoscimento dello Stato di Palestina nel primo consiglio regionale, non è un gesto simbolico isolato, ma l’espressione di una visione politica che pone al centro i diritti umani, la giustizia sociale e la responsabilità verso le comunità internazionali.
Si tratta di una scelta che riflette una vocazione marchigiana alla solidarietà e alla difesa dei valori fondanti della convivenza pacifica.
Adesso, con l’imminenza del voto, Ricci lancia un appello appassionato e diretto.
Il momento decisivo è giunto: la vittoria non è un dato scontato, ma il risultato di uno sforzo collettivo.
Richiamandosi alla metafora del gioco di squadra, invita ogni sostenitore a svolgere un ruolo attivo, a essere un moltiplicatore di voci e di energie.
Non si tratta solo di esprimere un voto, ma di trasmettere un messaggio di speranza, di condivisione, di fiducia nel futuro.
Ogni conversazione, ogni messaggio, ogni scambio di opinioni può fare la differenza.
La chiave per raggiungere l’obiettivo è la mobilitazione capillare, la capacità di coinvolgere attivamente amici, familiari, colleghi, ampliando la rete di consenso.
La somma di questi piccoli gesti, moltiplicata per l’impegno di ciascuno, si tradurrà nel risultato finale.
L’ultima chiamata è un concentrato di determinazione e fiducia: la regione merita un cambiamento, i marchigiani aspirano a una ripresa, a una rinascita.
Il 28 e il 29 settembre si apre una nuova stagione per le Marche, un capitolo di speranza, di progresso, di orgoglio.
Grazie a tutti, e avanti, verso la vittoria.