La recente ondata di polemiche sollevate da esponenti del Partito Democratico, alimentate da una narrazione distorta apparsa sulle pagine de *Il Fatto Quotidiano*, rappresenta un tentativo inqualificabile di strumentalizzazione politica, volto a minare la fiducia e a offuscare i significativi progressi compiuti nella complessa operazione di ricostruzione post-sisma Centro Italia.
Queste accuse, prive di fondamento e intrise di calcolo elettorale, non fanno altro che arrecare danno alle comunità ancora provate dagli eventi sismici del 2016-2017.
Come Commissario Straordinario del Governo per la Ricostruzione, sento il dovere di respingere con fermezza tali insinuazioni, che rischiano di confondere la realtà e di erodere il fragile morale delle popolazioni colpite.
La ricostruzione non è una questione di facili slogan o di propaganda politica, ma un processo articolato e delicato che richiede trasparenza, impegno costante e, soprattutto, rispetto per chi ha perso tutto.
L’utilizzo di risorse per la promozione delle attività del Commissario, oggetto di un’interpretazione tendenziosa e fuorviante, è un elemento essenziale per garantire la visibilità del progetto di ricostruzione, per informare i cittadini sui progressi compiuti e per attrarre investimenti e turismo nei territori colpiti.
Comunicare significa dare voce alle comunità, mostrare al mondo intero la resilienza e la bellezza di un territorio che si sta rialzando dalle macerie.
I dati parlano chiaro: la ricostruzione privata ha registrato negli ultimi due anni un’accelerazione significativa, testimoniata dalle liquidazioni effettuate alle imprese impegnate nei cantieri.
Questo non è un dato marginale, ma il risultato di un lavoro incessante, di una gestione efficiente e di una volontà politica condivisa.
Ogni affidamento effettuato è stato rigorosamente controllato e risulta perfettamente legittimo, sia dal punto di vista contabile che amministrativo.
La vera domanda che ci poniamo non è se sia giusto o meno rendere pubblici i risultati di questa complessa manovra, ma se sia etico nascondere alle comunità le riaperture delle scuole, dei municipi, le prime case ricostruite, la ripresa delle attività economiche.
Non è accettabile negare a un territorio che ha sofferto a lungo la possibilità di ripartire, di credere in un futuro migliore, di riscoprire il proprio valore.
La priorità rimane quella di ricostruire non solo le abitazioni, ma anche la fiducia, la speranza e l’orgoglio di un popolo.
Contrastare lo spopolamento, creare opportunità di lavoro, promuovere il turismo e preservare le bellezze paesaggistiche e culturali: queste sono le sfide che ci attendono e a cui siamo determinati a rispondere con impegno, trasparenza e responsabilità.
Non ci lasceremo intimidire da strumentalizzazioni politiche, ma continueremo a lavorare con dedizione per garantire un futuro prospero e sostenibile per il Centro Italia.
La ricostruzione è un atto d’amore verso una terra ferita e un impegno verso le generazioni future.