La recente traiettoria della spesa sanitaria italiana, segnata da un’apparente inversione di rotta sotto i governi che hanno visto il Partito Democratico in coalizione, sta subendo una brusca frenata con l’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni.
Questa constatazione, sottolineata dalla segretaria dem Elly Schlein durante un evento a San Benedetto del Tronto, in sostegno del candidato presidente regionale Matteo Ricci, evidenzia un quadro preoccupante per la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
L’obiettivo del 7% del PIL dedicato alla sanità, raggiunto grazie a scelte politiche mirate, sembra ora compromesso, con una riduzione della spesa che porta il sistema a toccare minimi storici degli ultimi quindici anni.
Questo andamento, lungi dall’essere un mero dato statistico, si traduce in conseguenze dirette sulla qualità dell’assistenza e sul benessere dei professionisti sanitari.
L’opposizione, attraverso proposte concrete, ha tentato di intercettare una via d’uscita, suggerendo al governo di destinare 5,5 miliardi di euro per affrontare la cronica carenza di medici e infermieri.
Un investimento cruciale per alleviare il peso gravoso sui lavoratori del settore, sottoposti a turni estenuanti e a condizioni di lavoro insostenibili.
La pressione esercitata sui professionisti sanitari, esasperata dalla frustrazione dei pazienti, rischia di generare un circolo vizioso che compromette la sicurezza di tutti.
Il Partito Democratico si pone come baluardo a difesa di un modello sanitario universalistico, in netta contrapposizione alla visione di una sanità privatizzata e selettiva, tipica dell’approccio conservatore.
Si tratta di un ideale ereditato dalla visione progressista di figure come Tina Anselmi, che incarnano l’impegno verso una sanità che abbracci e sostenga i più vulnerabili, coloro che, da soli, non sarebbero in grado di accedere alle cure necessarie.
La questione non si limita quindi alla mera disponibilità di risorse finanziarie, ma riguarda una scelta di priorità politiche e un diverso concepimento del ruolo dello Stato nella tutela della salute dei cittadini.
Il SSN, pilastro fondamentale del welfare state italiano, necessita di un investimento continuo e di un’attenta programmazione per garantire la sua sostenibilità e la sua capacità di rispondere alle esigenze di una popolazione che invecchia e a cui si aggiungono nuove sfide sanitarie.
L’abbandono di questo impegno, a favore di logiche di mercato e di riduzione del debito a tutti i costi, rischia di compromettere un diritto fondamentale e di accentuare le disuguaglianze sociali.