L’accesso equo e la piena attuazione dei diritti sanciti dalla legislazione nazionale rappresentano un imperativo imprescindibile per il sistema sanitario regionale.
Questa affermazione, espressa dall’assessore alla Sanità delle Marche, Paolo Calcinaro, durante un’intervista al Tgr, sottolinea un principio fondamentale: la mera esistenza di una normativa, come nel caso della Ru486 e del ruolo dei consultori, non è sufficiente.
È cruciale garantire che ogni istituzione sanitaria, ogni presidio territoriale, sia in grado di offrire effettivamente il servizio previsto dalla legge, rimuovendo ostacoli burocratici, carenze strutturali o resistenze culturali che potrebbero comprometterne la fruibilità.
L’intervento dell’assessore non si limita a una dichiarazione di intenti, ma si traduce in un piano d’azione concreto, focalizzato sulla drastica riduzione delle liste d’attesa, un problema che affligge profondamente il Servizio Sanitario Nazionale.
Calcinaro propone un approccio multifattoriale che include un monitoraggio continuo e una razionalizzazione delle procedure di presa in carico ospedaliere.
La frammentazione e l’inefficienza del sistema, spesso caratterizzate da un utilizzo non ottimale delle risorse – un “vuoto per pieno” – devono essere eliminate per massimizzare l’efficienza e la tempestività dell’assistenza.
Si prospetta, inoltre, l’estensione delle attività sanitarie anche nei giorni festivi, una misura audace volta a rispondere all’urgenza delle necessità dei pazienti e a distribuire il carico di lavoro in modo più uniforme.
Questo approccio, innovativo e orientato al paziente, mira a garantire un accesso continuativo alle cure, superando le barriere temporali che spesso limitano l’assistenza.
Un elemento particolarmente interessante è l’introduzione di un sistema di sanzioni per i pazienti che, senza giustificato motivo, prenotano prestazioni sanitarie e non si presentano.
Questo 4% di “no-show” incide significativamente sulle risorse disponibili e penalizza chi ha effettivamente bisogno di accedere al servizio.
La misura, sebbene possa suscitare perplessità, si configura come uno strumento per responsabilizzare i cittadini e ottimizzare l’utilizzo delle risorse pubbliche, riconoscendo che l’accesso alla sanità è un diritto, ma anche un dovere di correttezza e rispetto verso la comunità.
L’intervento di Calcinaro, pertanto, non si limita a una mera gestione emergenziale, ma si pone come un tentativo di riprogettare il sistema sanitario regionale, promuovendo l’equità, l’efficienza e la responsabilità, elementi imprescindibili per garantire un servizio sanitario di qualità e accessibile a tutti i cittadini.
L’implementazione di queste misure, con un approccio rigoroso e trasparente, potrebbe rappresentare un modello per altre regioni italiane, contribuendo a migliorare l’intera rete sanitaria nazionale.








