In vista dell’impegno di Coppa Italia tra la U.
S.
Sambenedettese e l’A.
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Ascoli Picchio Sport, un evento che inevitabilmente impone rigide misure di sicurezza per garantire l’incolumità di tutti i presenti, la società biancorossa ha adottato una soluzione inclusiva e di cortesia.
Riconoscendo il desiderio di partecipazione dei tifosi provenienti dalle comunità circostanti, escluse dalle deleghe ufficiali per la partita, la dirigenza, guidata dal presidente Vittorio Massi, ha esteso un invito formale ai sindaci di Carassai, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Cossignano, Montalto delle Marche e Montedinove.
Questa iniziativa va ben oltre un semplice gesto di ospitalità.
Rappresenta un tentativo di mitigare la frustrazione derivante dall’impossibilità di accedere direttamente allo stadio Riviera delle Palme, consolidando il legame tra la squadra e il territorio.
Invitare i primi cittadini a rappresentare i propri concittadini significa offrire un ponte, un’opportunità di condividere l’emozione della competizione, pur nella distanza fisica.
L’atto sottolinea, inoltre, la consapevolezza della Sambenedettese di essere un punto di riferimento non solo sportivo, ma anche sociale e culturale per l’intera area marchigiana.
La partita di Coppa Italia non è solamente un incontro calcistico, ma un momento di aggregazione, un’occasione per rafforzare l’identità locale e celebrare l’orgoglio di appartenenza.
L’invito ai sindaci testimonia la volontà della società di estendere questa esperienza, per quanto possibile, a tutte le comunità che contribuiscono a creare l’atmosfera vibrante del “Tempio del Tifo”.
La presenza dei rappresentanti delle amministrazioni locali simboleggia un approccio collaborativo e condiviso, volto a coinvolgere attivamente tutti i cittadini nell’esperienza calcistica, promuovendo un senso di appartenenza e di comunità che trascende i confini dello stadio e si radica nel tessuto sociale del territorio.
La partita del 29 ottobre, alle ore 15, si preannuncia quindi come un’occasione non solo sportiva, ma anche di dialogo e di condivisione tra la U.
S.
Sambenedettese e le comunità che la sostengono.







