09 aprile 2024 – 14:40
Martedì mattina, il 2 di aprile, quei due giovani si presentarono davanti a me. Il loro passo era deciso mentre percorrevano la strada a piedi. Lei emanava una bellezza struggente ma allo stesso tempo traspariva un’aura di sofferenza, il suo viso pallido e affilato denotava un evidente stato di emaciazione. Lui, con i capelli ricci neri e la pelle olivastra, aveva un’aria misteriosa che lo circondava. Entrambi erano vestiti con abiti scuri, quasi come se appartenessero a una sottocultura gotica che venera l’oscurità e la morte.In quel momento mi colpirono come due figure enigmatiche, quasi vampiri in cerca di qualcosa di indefinito. Tuttavia, c’era qualcosa di più profondo in quella scena che mi turbò profondamente: lei era così pallida da sembrare un cadavere ambulante. Quel pensiero mi riempì di vergogna e mi tormentò nelle notti successive.Il racconto del testimone riportato dal quotidiano La Stampa riguardava il ritrovamento del corpo senza vita di una ragazza all’interno di una chiesetta abbandonata sopra La Salle, in Valle d’Aosta. La sua descrizione dei due giovani come persone emo o dark che si infliggono ferite mi lasciò perplesso e sconcertato.La ragazza uccisa presentava segni inequivocabili di violenza sul collo e sull’addome, causati da un’aggressione feroce che aveva portato alla sua morte per emorragia. Le indagini della procura puntavano verso un uomo alto, mulatto con capelli ricci neri come possibile assassino.Nonostante le apparenze dei due giovani fossero inquietanti, il testimone riferì che non sembravano violenti neeacute; legati a problemi legati alla droga. L’uomo parlava un italiano fluente nonostante non sembrasse italiano e si comportò gentilmente durante l’incontro.L’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Testi confermò che la causa della morte della ragazza era stata l’emorragia derivante dalle ferite riportate durante l’aggressione. Il mistero attorno a questo tragico evento continuò a circondare la comunità locale mentre le indagini proseguivano per trovare il responsabile dell’atroce crimine commesso contro quella giovane vita spezzata prematuramente.