lunedì 22 Settembre 2025
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Aosta

Aosta in Piazza: Sciopero Generale per Gaza e Pace

Questa mattina, il centro storico di Aosta ha pulsato di una protesta vibrante e sentita, con circa duecento manifestanti che hanno dato vita ad uno sciopero generale dedicato alla crisi umanitaria a Gaza.
L’assemblea, radunatasi in Piazza Chanoux, ha visto una partecipazione significativa di studenti, un chiaro segnale del crescente coinvolgimento delle nuove generazioni nelle questioni geopolitiche globali.

La protesta non si è limitata ad una semplice espressione di dissenso; si è configurata come un grido di allarme, un atto di resistenza civile volto a denunciare la devastante escalation del conflitto israelo-palestinese.

Deborah Baisotti, una delle organizzatrici, ha articolato la motivazione principale della manifestazione: la necessità urgente di interrompere ciò che viene percepito, da molti tra i presenti, come un genocidio in atto.
Lo sciopero, dunque, si è configurato come un rifiuto categorico della violenza, non solo di quella perpetrata a Gaza, ma anche delle dinamiche che la alimentano.

Un elemento centrale del messaggio veicolato è stato il rifiuto del riarmo, una critica radicale alla logica di sicurezza basata sull’accumulo di armamenti, ritenuta da molti partecipanti un fattore aggravante dei conflitti globali.
La richiesta non è solo una cessazione immediata delle ostilità, ma una revisione profonda dei modelli di difesa e sicurezza a livello internazionale.
Lo slogan “blocchiamo tutto” esprime un’intenzione di paralisi non solo simbolica, ma anche un invito all’azione concreta.

Un appello a interrompere le normali attività economiche e sociali per attirare l’attenzione sulla gravità della situazione e sollecitare interventi diplomatici e umanitari immediati.

La manifestazione aostaiana si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazioni globali, un’eco di voci che si levano contro l’ingiustizia e la sofferenza, e che chiedono un futuro di pace e di giustizia per tutti.
La partecipazione studentesca, in particolare, sottolinea la responsabilità delle nuove generazioni nel costruire un mondo più equo e sostenibile, dove la diplomazia e il dialogo sostituiscano la guerra e la distruzione.

L’evento rappresenta un atto di cittadinanza attiva, un esercizio di democrazia partecipativa che invita la comunità a riflettere sulle cause profonde del conflitto e a cercare soluzioni pacifiche e durature.

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