Il ballottaggio di Aosta, in programma domenica 12 ottobre, si configura come un vero e proprio spartiacque politico, ben oltre la mera elezione del sindaco.
Rappresenta una resa dei conti per il centrodestra valdostano, desideroso di invertire la tendenza dopo il recente tracollo alle elezioni regionali, e un banco di prova per le dinamiche di alleanze che caratterizzeranno il futuro politico della Valle d’Aosta.
Al voto sono chiamati 28.590 elettori, chiamati a scegliere tra Raffaele Rocco, ingegnere e dirigente regionale, sostenuto da una coalizione articolata che include autonomisti (Union Valdotaine, Stella Alpina, Rassemblement Valdotain e Pour l’autonomie), Rev, Pd, Avs e Valle d’Aosta Aperta, e Giovanni Girardini, imprenditore immobiliare, candidato con la lista civica La Renaissance e appoggiato da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Vallée d’Aoste.
Il primo turno ha visto Rocco prevalere con il 45,29% dei voti, distanziando di un margine di 470 schede Girardini, fermo al 42,69%.
Un risultato che, apparentemente, conferisce un vantaggio al candidato di centrosinistra, ma che non esclude affatto una potenziale rimonta da parte del centrodestra, alimentata dalla speranza di intercettare il 43% degli elettori che si sono astenuti al primo turno.
Girardini, fiducioso, sottolinea proprio questa variabile come chiave per una possibile inversione di tendenza.
La candidatura di Rocco si presenta come una prosecuzione del percorso avviato dall’attuale amministrazione comunale guidata da Gianni Nuti, con l’obiettivo di implementare progetti di riqualificazione urbana, come la nuova pista ciclabile e l’ampliamento delle aree pedonali, interventi che mirano a ripensare la mobilità e la vivibilità del capoluogo.
Queste iniziative, considerate da Girardini eccessivamente impattanti, rappresentano uno dei principali punti di divergenza tra i due contendenti.
Il risultato di questa sfida elettorale avrà conseguenze che trascendono i confini amministrativi della città.
L’esito si ripercuoterà sulle future strategie politiche regionali.
Le elezioni regionali del 28 settembre hanno infatti sancito la nascita di una maggioranza espressione dell’Union Valdotaine e del Centro autonomista, una forza politica che dovrà ora definire la propria collocazione politica.
La scelta se consolidare l’alleanza con il Pd, aprendo ad una gestione di compromesso, o tentare un’apertura più ampia verso il centrodestra moderato, con Forza Italia in prima linea, dipenderà in larga misura dal risultato del voto di Aosta.
La competizione si configura, dunque, come un laboratorio politico cruciale per il futuro della Valle d’Aosta, un barometro capace di misurare le correnti, le ambizioni e le possibili convergenze che andranno a plasmare il panorama politico regionale.






