domenica 3 Agosto 2025
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Aosta

Canile regionale tra vecchie tensioni e nuova gestione: AVAPA rompe il silenzio

Scontro aperto sulla transizione al Consorzio COOB: l’associazione storica chiede trasparenza e rispetto per il lavoro svolto.

La transizione nella gestione del canile-gattile regionale della Valle d’Aosta, ufficialmente avvenuta il 1° luglio 2025, ha acceso un acceso dibattito pubblico. Se da un lato i nuovi responsabili – il Consorzio COOB insieme alla cooperativa Melograno – parlano di continuità e miglioramento, dall’altro l’AVAPA, l’associazione che ha curato la struttura per oltre vent’anni, contesta duramente questa narrazione.

Un passaggio tutt’altro che indolore

In una nota diffusa nei giorni scorsi, Melograno ha ribadito che il cambio di gestione è avvenuto nel pieno rispetto delle normative, sottolineando l’introduzione di nuove procedure: alimentazione distribuita due volte al giorno, corsi per i volontari, criteri di sicurezza più rigidi e un calo degli animali ospitati – da 70 a 51 cani – interpretato come segnale positivo sul fronte delle adozioni.

Ma l’AVAPA ha deciso di intervenire pubblicamente con un comunicato che smentisce alcune delle affermazioni chiave. “I volontari – si legge nella replica – hanno ricevuto orari e regolamenti solo alla vigilia del subentro. La nostra continuità non è frutto di collaborazione, ma senso di responsabilità verso gli animali”. E ancora: “La doppia somministrazione dei pasti? Era già la prassi da anni”.

L’associazione lancia anche dubbi sulla copertura operativa pomeridiana e serale, soprattutto per quanto riguarda la somministrazione di cibo ai gatti e ai soggetti con diete speciali. “Dopo le 13:00 – domandano – chi garantisce queste esigenze? Chi monitora gli animali in terapia o con bisogni specifici?”

Adottati grazie a chi? Il nodo dei numeri

Il punto più critico riguarda però le adozioni. I nuovi gestori segnalano una riduzione degli ospiti e una maggiore efficienza, ma per AVAPA è scorretto attribuire questi risultati a chi è appena subentrato. “Le adozioni concluse a luglio erano già in corso da tempo, con preaffidi, visite e percorsi di inserimento tutti seguiti da noi”, ribadisce l’associazione. “Rendiamo pubblici i dati: quanti animali erano presenti il 1° luglio? Quante adozioni erano già state avviate da AVAPA?”

“Il canile è della comunità, non delle cooperative”

Il confronto ruota attorno a un tema centrale: la gestione pubblica dei beni collettivi. “Non si può cancellare con un bando una storia di 20 anni – scrive AVAPA – Il canile non è un’azienda, è un servizio pubblico costruito anche grazie al volontariato”. La replica è netta, ma non chiude il dialogo. “Non chiediamo privilegi, ma verità, dati accessibili e riconoscimento del lavoro fatto”, precisano. E concludono con un messaggio che va oltre il contenzioso gestionale: “Il benessere degli animali non si misura nei comunicati stampa, ma nel tempo che si passa con loro, nella cura costante, nella conoscenza dei singoli casi. È lì che si gioca la differenza tra chi gestisce e chi partecipa”.

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