L’inchiesta che coinvolge l’ex sindaco di Châtillon, Camillo Dujany, e altri soggetti, solleva interrogativi complessi in materia di gestione dei rifiuti da scavo, pianificazione territoriale e responsabilità istituzionali.
L’indagine, giunta alla fase processuale con l’udienza fissata per il 17 marzo 2026, vede Dujany, l’imprenditore Alex Fabiano e l’ingegnere Michel Grosjacques – quest’ultimo, in un tempo, indagato come privato cittadino – imputati per il presunto smaltimento abusivo di circa 500 metri cubi di terra e roccia.
Le accuse riguardano il trasporto di materiale di scavo originato da un cantiere edile di proprietà della famiglia Dujany, in ristrutturazione.
Questo materiale, secondo l’accusa, è stato depositato in un sito per il quale era stata presentata una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) relativa a un intervento di bonifica agraria.
Il nodo cruciale risiede nell’affermazione, da parte della Procura, che il trasporto del materiale di scavo in questione non rientrasse nelle attività autorizzate dalla SCIA precedentemente presentata.
Questo implica una presunta violazione delle normative in materia di gestione dei rifiuti edili, che impongono procedure specifiche per l’identificazione, la classificazione, il trasporto e lo smaltimento dei materiali di scavo.
La vicenda non si limita a una semplice violazione amministrativa, ma tocca aspetti delicati relativi alla responsabilità del direttore dei lavori e del committente, figure chiave nell’autorizzazione e nel controllo delle attività di cantiere.
Il ruolo di Dujany, in quanto ex sindaco e direttore dei lavori, assume quindi una particolare rilevanza, sollevando interrogativi sulla possibile commistione tra interessi privati e funzioni pubbliche.
L’avvio formale delle indagini è stato determinato da un controllo preventivo condotto a carico di un imprenditore di Courmayeur, sorpreso a trasportare materiale da scavo senza le necessarie autorizzazioni verso l’area di Châtillon. Questo episodio, apparentemente marginale, ha innescato un’indagine più ampia che ha portato alla luce un quadro più complesso, coinvolgendo diverse figure professionali e sollevando interrogativi sulla corretta gestione del territorio.
La decisione della Procura di richiedere l’archiviazione per un altro collega di studio di Dujany, unitamente alle scelte di optare per la messa alla prova e il patteggiamento per i proprietari del terreno coinvolto, suggerisce una valutazione differenziata delle responsabilità, che potrebbe dipendere da una diversa interpretazione dei ruoli e del grado di consapevolezza delle infrazioni.
L’esito del processo, oltre a determinare la responsabilità penale degli imputati, potrebbe avere implicazioni significative in termini di revisione delle procedure di controllo e vigilanza in materia di gestione dei rifiuti da scavo, rafforzando la necessità di una maggiore trasparenza e accountability da parte di tutti gli attori coinvolti nella pianificazione e realizzazione di interventi edilizi, al fine di tutelare il territorio e prevenire abusi.






