martedì 2 Settembre 2025
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Discariche inerti: rinvio in Regione, tra controversie e nuove prospettive.

La questione della gestione e riorganizzazione delle discariche di inerti in regione, un tema di cruciale importanza per la sostenibilità ambientale e lo sviluppo territoriale, si trascina all’attenzione della prossima legislatura, rinviando di fatto l’approvazione di indirizzi operativi.
La decisione, formalizzata durante l’assemblea del Consiglio permanente degli enti locali (CPEL), che si era precedentemente incaricato di fornire un parere vincolante sulla proposta di deliberazione avanzata dall’Assessorato regionale all’Ambiente, riflette una complessità di fattori tecnici e amministrativi che richiedono un’ulteriore e più approfondita valutazione.
Secondo quanto comunicato dall’Assessorato, e ripreso dal presidente del CPEL, Alex Micheletto, l’esigenza di ulteriori analisi implica un rinvio all’attenzione della nuova assemblea legislativa e delle commissioni competenti.
Questo spostamento strategico suggerisce che la proposta originaria, pur condividendo obiettivi di modernizzazione e ottimizzazione della gestione dei rifiuti inerti, necessita di una revisione alla luce di possibili implicazioni inattese o di esigenze locali specifiche.
Il documento in discussione, che mira a definire le linee guida per la riorganizzazione del sistema di discariche regionali, pone particolare attenzione alla discarica di Pompiod, un sito gravato da una storia controversa, segnata da un procedimento giudiziario per presunto smaltimento illecito.

La riapertura di questo sito, in particolare, ha suscitato forti preoccupazioni, espresse dalla sindaca di Aymavilles, Loredana Petey, e dalle associazioni ambientaliste, che ne invocano la definitiva chiusura.

La proposta di riorganizzazione riconosce, tuttavia, il ruolo di Pompiod come elemento strategico per garantire la continuità del servizio nella breve e media durata, in attesa dell’adeguamento della discarica di Arvier.
Parallelamente, si sottolinea la funzionalità di altre discariche, come quella di Gignod-Planet, in relazione alla pianificazione a lungo termine, con proiezioni che evidenziano un esaurimento delle risorse in un orizzonte temporale compreso tra cinque e nove anni, a seconda dei volumi di conferimento previsti.

L’analisi evidenzia inoltre come l’utilizzo di discariche come quelle di Chalamy si dimostri essenziale per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione ambientale di aree degradate, senza comportare oneri finanziari aggiuntivi legati al riempimento delle aree interessate.

Questo approccio, volto a coniugare esigenze di sviluppo con imperativi di tutela ambientale, rappresenta una sfida complessa, che richiede un equilibrio delicato tra interessi economici, sociali e ambientali.
La discussione rinviata mira implicitamente a una riflessione più ampia su modelli di gestione dei rifiuti inerti, promuovendo l’economia circolare e riducendo al minimo l’impatto ambientale di attività estrattive e costruttive, con l’obiettivo di creare un sistema più sostenibile e resiliente per le generazioni future.

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