La chiusura della strada regionale che serpeggia attraverso la Val d’Ayas, imposta a seguito del crollo di una frana notturna, si protrae a causa di una situazione più complessa di quanto inizialmente presupposto.
L’evento, presumibilmente innescato da un’intensa perturbazione atmosferica e dall’instabilità intrinseca del versante montano, ha non solo ostruito il tracciato con materiale roccioso, ma ha anche inferto danni significativi alle infrastrutture di sicurezza.
Un’accurata valutazione tecnica, condotta al primo mattino da un team di esperti in geologia, ingegneria stradale e rappresentanti della Protezione Civile, ha evidenziato una compromissione non trascurabile delle barriere di contenimento e delle protezioni laterali.
La loro integrità è stata intaccata, rendendo l’attraversamento della strada potenzialmente pericoloso per la sicurezza dei veicoli e dei pedoni.
Non si tratta, dunque, di una semplice rimozione di detriti, ma di una valutazione approfondita del rischio geologico e della necessità di interventi strutturali di consolidamento.
La chiusura prolungata impone una riorganizzazione della mobilità nella valle, con l’attivazione di percorsi alternativi e l’implementazione di sistemi di comunicazione per informare i residenti e i visitatori.
La Protezione Civile sta lavorando a stretto contatto con gli enti locali e le aziende di trasporto per definire soluzioni di viabilità temporanee, che potrebbero includere l’utilizzo di strade sterrate secondarie o l’organizzazione di servizi di trasporto pubblico sostitutivo.
Tuttavia, l’intervento più immediato si concentra sulla valutazione dei fattori che hanno contribuito al cedimento del versante.
Si stanno analizzando i dati pluviometrici degli ultimi mesi, la stabilità del terreno, la presenza di corsi d’acqua sotterranei e la possibile erosione delle radici degli alberi che sorreggono il pendio.
Questo tipo di analisi mirata a comprendere la causa radice dell’evento è cruciale per prevenire futuri frangenti simili e per pianificare interventi di mitigazione del rischio più efficaci e duraturi.
Inoltre, la situazione solleva interrogativi sulla manutenzione ordinaria delle infrastrutture stradali in aree montane, spesso esposte a condizioni ambientali estreme e all’erosione naturale.
L’episodio potrebbe innescare un ripensamento delle procedure di monitoraggio e controllo, con l’introduzione di sistemi di allerta precoce e l’incremento delle risorse dedicate alla prevenzione del rischio idrogeologico.
La ricostruzione della strada e il ripristino della viabilità richiederanno tempo e ingenti risorse, ma la priorità assoluta rimane la sicurezza delle persone e la tutela del territorio.