Un atto di indirizzo strategico per il futuro delle aree montane italiane è stato siglato oggi: il Rassemblement Valdôtain e il Movimento Zone Franche Montane uniscono le loro forze in un accordo di collaborazione volto a ridefinire il paradigma dello sviluppo alpino e appenninico interno, affrancandolo da dinamiche di marginalizzazione storica e di centralizzazione decisionale. L’intesa non si configura come un mero gesto formale, bensì come un impegno concreto a promuovere un’autonomia territoriale, economica e politica che risponda alle reali esigenze delle comunità montane.Il nucleo centrale dell’accordo risiede nella ricerca di un riconoscimento giuridico e operativo delle Zone Franche Montane (ZFM), un modello di governance innovativo che prevede agevolazioni fiscali mirate, semplificazioni burocratiche e la promozione di attività produttive innovative, capaci di valorizzare le risorse locali e di contrastare lo spopolamento. Questo modello, se implementato a livello nazionale, potrebbe aprire nuove prospettive di crescita anche in altre regioni montane, creando un circolo virtuoso di sviluppo sostenibile.Stefano Aggravi, presidente del Rassemblement Valdôtain, ha espresso la visione di una montagna rigogliosa, autonoma e protagonista del proprio destino, sottolineando come la difesa del territorio implichi un ripensamento radicale delle politiche fiscali, un potenziamento dei servizi essenziali e una maggiore libertà di scelta per chi sceglie di vivere e investire in queste aree. L’accordo non è solo una battaglia per la giustizia territoriale, ma anche una risposta all’esigenza di attrarre talenti e capitali, offrendo incentivi concreti e un ambiente favorevole all’innovazione.Marina Pitta, presidente del Movimento Zone Franche Montane, ha evidenziato la natura intrinseca della convergenza tra i due movimenti, entrambi animati dalla volontà di salvaguardare e rilanciare i territori montani, contrastando la logica centralizzatrice e abbracciando modelli di sviluppo che rispettino le peculiarità locali. Si tratta di un approccio olistico che considera la montagna non come un luogo da sfruttare o da sacrificare, ma come un patrimonio culturale, ambientale ed economico da tutelare e valorizzare.L’accordo prevede l’istituzione di un tavolo permanente di coordinamento politico, un elemento cruciale per la continuità dell’azione e per la capacità di influenzare le decisioni a livello nazionale. Sono previste inoltre iniziative pubbliche congiunte per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere l’adesione al progetto, attività di formazione e confronto per sviluppare competenze e condividere esperienze, e la possibilità di affrontare insieme future competizioni elettorali, amplificando la voce delle comunità montane nel dibattito politico. L’intesa rappresenta una pietra miliare verso una nuova narrazione delle montagne, un futuro di resilienza e prosperità per chi vi abita.
Montagna: accordo storico per autonomia e sviluppo alpino
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