Un’ombra di inquietudine grava sui piccoli borghi alpini di Lillaz e Sonveulla, frazioni immerse nel cuore della Valle d’Aosta, a ridosso del maestoso Parco del Gran Paradiso.
Un evento singolare, e profondamente angosciante per la comunità, si sta consumando: la sparizione di almeno quindici gatti, in un arco temporale di appena un mese.
Un numero significativo, soprattutto considerando la ridotta popolazione residente, attestata a poco più di cento anime.
Questi non sono gatti domestici confinati tra le quattro mura; si tratta di felini abituati a una vita semi-selvatica, tessitori di silenzi tra i pascoli e i boschi alpini.
La loro esistenza, forgiata dall’esperienza e dalla necessità, li ha resi abili a navigare un ambiente potenzialmente ostile.
La convivenza con predatori come volpi, e in occasioni più rare, lupi, è parte integrante del loro ecosistema, una danza sottile tra predatore e preda che si svolge a oltre 1.600 metri di quota.
Questi felini hanno affinato le proprie capacità di sopravvivenza, sviluppando un’innata consapevolezza del pericolo.
Ora, però, la loro routine è interrotta da un evento inspiegabile: la scomparsa improvvisa, nella quiete della notte.
I proprietari, profondamente rattristati, si interrogano sulle ragioni di questo fenomeno, e l’allarme si è rapidamente diffuso tra i residenti.
L’amministrazione comunale, percependo la crescente preoccupazione, ha rilasciato un comunicato ufficiale sui canali social, invitando i cittadini a segnalare eventuali smarrimenti e a contattare le autorità competenti (Carabinieri o Polizia Locale) in caso di allontanamento degli animali domestici.
L’ipotesi di una predazione naturale, sebbene plausibile in un ambiente del genere, appare sempre meno probabile alla luce di due elementi inquietanti.
Il primo, un collarino dotato di trasmettitore GPS, ritrovato in un prato e deliberatamente disattivato, suggerisce un intervento umano.
Il secondo, ancora più sconvolgente, è la scoperta di due gatti deceduti, rinvenuti all’interno di sacchetti per rifiuti, abbandonati in un cassonetto.
Questi ritrovamenti dipingono un quadro allarmante, che suggerisce un atto doloso, una violazione della serenità montana.
L’evento solleva interrogativi profondi sulla convivenza tra uomo e natura, sulla perdita di rispetto per la vita animale e sulla possibile presenza di elementi destabilizzanti all’interno di una comunità apparentemente isolata.
L’indagine è in corso e l’attenzione delle autorità è focalizzata sulla ricerca di indizi che possano portare alla luce la verità e assicurare alla giustizia i responsabili di questo inquietante mistero, che offusca la bellezza e la tranquillità di Lillaz e Sonveulla.
La paura serpeggia tra gli abitanti, e la speranza è che il ritorno alla normalità possa arrivare presto, riportando la pace e la serenità in questi piccoli angoli di paradiso alpino.