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giovedì 30 Ottobre 2025

Sentenza Inwit-Arnad: erode l’autonomia dei Comuni valdostani

La recente sentenza del Consiglio di Stato n. 7882/2025, che ha risolto una complessa disputa legale tra la società Inwit e il Comune di Arnad riguardante l’installazione di una stazione radio base, ha riacceso l’attenzione su una questione strutturale che erode l’autonomia degli enti locali valdostani: la limitata capacità di esercitare la sovranità territoriale in relazione all’implementazione di infrastrutture tecnologiche.

Il Consiglio permanente degli enti locali (CPEL) ha espresso la propria profonda preoccupazione, sottolineando come l’attuale quadro normativo, privilegiare la legislazione speciale in materia di telecomunicazioni, sottrae ai Comuni un potere decisionale essenziale.

L’esito del contenzioso evidenzia un contrasto profondo tra il diritto degli enti locali di governare il proprio territorio e la prevalenza di normative nazionali che regolano l’installazione di infrastrutture di comunicazione.
Questo fenomeno non si limita a una questione meramente procedurale; rappresenta una limitazione del principio costituzionale di autonomia locale, sancito dall’articolo 118 della Costituzione, che attribuisce agli enti territoriali potestà legislativa ed amministrativa, per quanto non espressamente delegata alla legislazione statale.

La sentenza del Consiglio di Stato, sebbene specifica per il caso Arnad, solleva un problema più ampio: la necessità di un riequilibrio tra le esigenze di sviluppo delle reti di comunicazione e la tutela del patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale dei territori.
L’installazione di antenne, ripetitori e altre infrastrutture tecnologiche, pur essendo fondamentali per garantire la connettività e l’accesso ai servizi digitali, può avere impatti significativi sul paesaggio, sulla salute pubblica (anche se controversi) e sulla qualità della vita delle comunità locali.
Il CPEL, nel richiamare l’attenzione sulla questione, non si limita a denunciare una situazione di fatto, ma pone l’interrogativo cruciale su come conciliare le necessità di progresso tecnologico con il diritto degli enti locali di garantire il benessere dei propri cittadini e la salvaguardia del proprio territorio.
Si richiede pertanto un’urgente riflessione a livello legislativo e amministrativo, volta a definire criteri più rigorosi per la localizzazione di tali infrastrutture, che tengano conto non solo delle esigenze operative degli operatori telefonici, ma anche delle peculiarità ambientali, paesaggistiche e socio-culturali di ciascun territorio.

Inoltre, è indispensabile rafforzare il ruolo di partecipazione degli enti locali nei processi decisionali, garantendo loro un effettivo potere di influenza nella valutazione di progetti infrastrutturali e nell’adozione di misure di mitigazione degli impatti negativi.

Solo attraverso un approccio partecipativo e responsabile sarà possibile costruire un modello di sviluppo tecnologico sostenibile, che rispetti l’autonomia degli enti locali e tuteli il patrimonio comune.

Il CPEL si impegna a sollecitare un approfondimento di queste tematiche nelle sedi opportune, al fine di promuovere un quadro normativo più equo e rispettoso delle prerogative degli enti locali valdostani.

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