sabato 6 Settembre 2025
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Traforo del Monte Bianco: Valle d’Aosta tra sicurezza e legami transfrontalieri

La questione del Traforo del Monte Bianco e le sue inevitabili implicazioni per la Valle d’Aosta richiedono un approccio strategico e collaborativo, ben al di là delle polemiche politiche strumentali.

L’annuncio di possibili chiusure prolungate, avanzato dal direttore del traforo, Rigacci, per eseguire i lavori di adeguamento e sicurezza, solleva preoccupazioni legittime tra gli operatori economici e i cittadini valdostani, e rischia di compromettere un’economia transfrontaliera profondamente interconnessa.
La Giunta regionale, anziché entrare in dinamiche conflittuali con le comunità savoiarde, dovrebbe concentrare le proprie energie nella definizione di un cronoprogramma dettagliato, concordato con il Geie (Gruppo degli Imprenditori delle Strade a Pedaggio), il Governo italiano e quello francese.

Questa programmazione deve tener conto non solo degli aspetti economici, cruciali per il tessuto produttivo valdostano, ma anche delle esigenze sociali e culturali che legano indissolubilmente la Valle d’Aosta al Piemonte francese.
Interrompere bruscamente questi legami, seppur con la giustificazione di interventi necessari alla sicurezza, implicherebbe costi incalcolabili per entrambe le comunità.
La discussione, come sottolinea Valle d’Aosta Aperta, non può essere confinata a ristretti circuiti decisionali.
È imperativo coinvolgere attivamente l’intera collettività valdostana, dalle associazioni di categoria alle istituzioni locali, per garantire che le decisioni siano condivise e comprendano le conseguenze a breve e lungo termine.
Un approccio partecipativo permetterebbe di valutare alternative, individuare soluzioni innovative e mitigare l’impatto negativo delle chiusure, magari attraverso l’ottimizzazione dei flussi di traffico, l’incentivazione di modalità di trasporto alternative e la promozione di investimenti in infrastrutture complementari.

Inoltre, è fondamentale che il cronoprogramma preveda “finestre” temporali di apertura, garantendo un flusso continuo di persone e merci, e preservando così la vitalità dei rapporti transfrontalieri.
Queste finestre non devono essere considerate come concessioni, ma come elementi essenziali per la sostenibilità economica e sociale della regione.

La sfida che la Valle d’Aosta si trova ad affrontare non è semplicemente quella di gestire un’infrastruttura cruciale, ma di preservare l’identità di una comunità che si definisce nell’intersezione di due mondi.
Un approccio collaborativo, trasparente e orientato al futuro è l’unico modo per affrontare questa sfida con successo, evitando di cadere in logiche nazionalistiche e centraliste che rischiano di danneggiare irreparabilmente il territorio e le sue genti.
La priorità assoluta deve essere quella di tutelare il bene comune, promuovendo un dialogo costruttivo con tutte le parti interessate e cercando soluzioni innovative che garantiscano la sicurezza, la prosperità e la continuità dei legami transfrontalieri.

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