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Tragedia a San Pietro di Legro: Muore Leonardo, 3 mesi, in incidente all’azienda Barmaz.

La comunità di San Pietro di Legro è stata scossa da una tragedia inattesa, un evento che ha squarciato il tessuto della quotidianità con una ferita profonda.
Leonardo Cazzato, un infante di soli tre mesi, ha perso la giovane vita a seguito di un incidente avvenuto ieri pomeriggio all’interno dell’azienda vitivinicola Di Barrò, un’attività agricola di rilevanza locale e profondamente radicata nella storia del territorio.
La dinamica, inizialmente ricostruita dai carabinieri della stazione di Saint-Pierre, descrive un quadro drammatico.

Un trattore, guidato dallo zio paterno del bambino, si è inavvertitamente scontrato con un passeggino.
La manovra in retromarcia, necessaria durante le operazioni di vendemmia, ha purtroppo portato a questo tragico evento.
La retromarcia, una pratica comune nelle aziende agricole per facilitare le operazioni di raccolta, si è rivelata fatale, sottolineando la necessità di una costante e rigorosa attenzione alla sicurezza in ambienti di lavoro complessi come le vigne.
L’azienda Di Barrò, di proprietà di Elvira Rini, madre del padre del piccolo Leonardo, è un’entità centrale nell’economia e nell’identità del paese.

La signora Rini, inoltre, è la consorte del sindaco Andrea Barmaz, una figura di spicco nella vita amministrativa e sociale della comunità.
Questo legame, seppur indiretto, amplifica il dolore e la commozione che avvolgono il paese.

Immediatamente dopo l’incidente, sono state mobilitate le squadre di soccorso, ma le condizioni del neonato apparivano fin da subito estremamente critiche.

Un grave trauma cranico aveva compromesso irrimediabilmente le sue possibilità di sopravvivenza.
Il trasferimento d’urgenza all’ospedale Umberto Parini non ha potuto evitare l’esito fatale: la perdita del bambino è avvenuta alle ore 20:15.
Le prime indagini suggeriscono che l’uomo alla guida del trattore non fosse a conoscenza della presenza del passeggino nella zona di manovra, un dettaglio che rende ancora più straziante l’accaduto e solleva interrogativi sulle procedure di sicurezza implementate nell’azienda.
La tragedia non solo rappresenta una perdita incommensurabile per la famiglia Cazzato e Barmaz, ma anche un monito per l’intera comunità: un invito a riflettere sulla sicurezza sul lavoro, sulla responsabilità individuale e sulla necessità di proteggere i più vulnerabili, specialmente in contesti agricoli dove i rischi, seppur spesso invisibili, sono sempre in agguato.
L’evento ha inevitabilmente lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, alimentando un profondo senso di lutto e una riflessione amara sulla fragilità della vita.

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