martedì 7 Ottobre 2025
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Truffa ai fondi agricoli: condannato l’imprenditore Perrin

Il caso dell’imprenditore agricolo Flavio Perrin, residente a Torgnon, si chiude con una sentenza che solleva interrogativi complessi sull’integrità del sistema di finanziamenti pubblici all’agricoltura e sulla responsabilità individuale nella gestione delle risorse comunitarie.

Il tribunale di Roma, competente per la sede dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), ha condannato Perrin a dieci mesi di reclusione, pena sospesa, e disposto la confisca di un ingente patrimonio finanziario, pari a 164.880,01 euro, o, in alternativa, beni di equivalente valore.

L’accusa, mossa dalla Procura europea di Torino sotto la direzione del magistrato Adriano Scudieri, verte su indebita percezione di erogazioni pubbliche, con condotte sia tentate che consumate tra la fine del 2020 e l’inizio del 2023.
Il fulcro della vicenda risiede nella presentazione di istanze di finanziamento basate su una falsa rappresentazione della disponibilità di terreni agricoli.

Perrin, secondo l’accusa, avrebbe deliberatamente dichiarato di possedere appezzamenti di terreno a Valtournenche e Torgnon, quando in realtà questi erano occupati abusivamente.
Questo comportamento costituisce una violazione del principio di legalità e della correttezza che deve improntare l’accesso ai fondi destinati al settore primario.
La sentenza, seppur con la sospensione dell’espiazione della pena, sottolinea la gravità del reato, considerando l’impatto di tali azioni sulla fiducia pubblica e sulla corretta allocazione delle risorse.
La confisca disposta rappresenta un tentativo di riparazione economica, restituendo alla collettività il beneficio illecito ottenuto e, potenzialmente, fungendo da deterrente per comportamenti analoghi in futuro.
Il tribunale ha inoltre disposto una provvisionale di 11.110,00 euro a favore della Regione Valle d’Aosta, che si è costituita parte civile, rappresentata dall’avvocato dirigente Riccardo Jans.

Questa somma provvisoria è solo una parte della quantificazione complessiva del danno, che dovrà essere definita in sede civile.
La difesa, guidata dall’avvocata Orietta Bonifacio, ha la facoltà di presentare appello entro 60 giorni, potendo così contestare la sentenza e richiedere una rivalutazione dei fatti.

L’inchiesta, condotta dall’aliquota del Corpo forestale valdostano, evidenzia l’importanza di un controllo rigoroso sull’utilizzo dei fondi europei destinati all’agricoltura.
La vicenda solleva interrogativi sulla capacità delle istituzioni di prevenire e sanzionare le frodi, e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di verifica e trasparenza nei processi di erogazione dei finanziamenti.

La complessità del quadro normativo e la difficoltà di monitorare l’effettivo utilizzo dei terreni agricoli rendono cruciale una collaborazione sinergica tra le forze dell’ordine, gli enti locali e le istituzioni europee per garantire l’integrità del sistema e la tutela dell’interesse pubblico.

La vicenda Perrin, in definitiva, si configura come un campanello d’allarme che invita a una riflessione più ampia sulla governance del settore agricolo e sulla responsabilità di ciascuno nel rispetto delle regole.

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