Il sistema sanitario valdostano emerge come un caso emblematico di efficienza e stabilità, secondo le analisi emergenti dal Report annuale del Centro di ricerca Rep – Sanità, un’istituzione scientifica indipendente promossa dalla Fondazione etica.
L’Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) della Valle d’Aosta si distingue in ambito nazionale per una densità di medici a tempo indeterminato significativamente superiore alla media: ben 24 professionisti ogni 10.000 abitanti, a fronte di una media nazionale attestata a 14,4.
Questo dato, cruciale per la valutazione della capacità amministrativa del sistema sanitario, è stato estratto dall’Indice di Capacità Amministrativa (ICA), uno strumento di analisi che valuta le performance delle aziende sanitarie pubbliche italiane.
L’ICA, come sottolinea il Report, non si basa su un singolo parametro, ma considera un ventaglio complesso di indicatori che riflettono la dinamicità e la resilienza del sistema.
Tra questi, l’età media del personale sanitario (45,4 anni) emerge come fattore rilevante.
Questo dato, lungi dall’essere un semplice elemento demografico, suggerisce una consolidata esperienza e una profonda conoscenza del territorio e delle sue esigenze sanitarie, elementi spesso cruciali per garantire la qualità dell’assistenza.
L’età media elevata può anche indicare un basso turnover del personale, elemento che favorisce la continuità delle cure e la stabilità del sistema.
Un altro aspetto significativo è rappresentato dalle retribuzioni medie del personale medico, che nella Valle d’Aosta si attestano a 98.703 euro, posizionando la regione al secondo posto a livello nazionale.
Questo dato, sebbene possa essere interpretato come un investimento nella risorsa umana, solleva interrogativi sulla sostenibilità finanziaria a lungo termine e sulla necessità di una gestione oculata delle risorse pubbliche.
È importante considerare che retribuzioni competitive possono attrarre e trattenere professionisti qualificati, ma devono essere bilanciate con la capacità del sistema di assorbire tali costi.
Il direttore generale dell’Azienda Usl, Massimo Uberti, ha interpretato questi risultati come una conferma del modello di sanità pubblica valdostana, un approccio che privilegia la stabilità, l’esperienza e la continuità delle cure.
Tuttavia, Uberti sottolinea con lucidità la necessità di un continuo miglioramento e la consapevolezza delle sfide complesse e persistenti che attendono il sistema sanitario.
Queste sfide includono, oltre alla gestione del personale e al mantenimento della qualità dei servizi, la garanzia della sostenibilità economica complessiva.
La sfida futura è quella di coniugare la stabilità e la qualità con l’innovazione e l’efficienza, adottando nuove tecnologie e approcci gestionali che consentano di rispondere alle mutevoli esigenze della popolazione e di garantire l’accesso a cure adeguate per tutti.
Inoltre, l’evoluzione demografica, con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche, richiederà un ripensamento continuo del modello di assistenza, orientandolo verso la prevenzione e la gestione integrata della salute.