La Valle d’Aosta, in un contesto di crescente allerta per la rapida propagazione della dermatite nodulare contagiosa (DNC) proveniente dalla Francia, ha attivato un piano di intervento di portata significativa volto a proteggere il proprio patrimonio zootecnico bovino.
L’iniziativa, che mira a vaccinare l’intera popolazione bovina regionale, estendendosi agli animali piemontesi transfrontalieri presenti negli alpeggi, coinvolgerà complessivamente circa 38.000 capi di bestiame.
La decisione, frutto di un tavolo tecnico congiunto che ha visto il coinvolgimento di rappresentanti regionali, dell’Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL), dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Valdostana (Anaborava), dell’Ordine dei Medici Veterinari e del Corpo Forestale, sottolinea la gravità della minaccia e l’urgenza di una risposta coordinata.
La DNC, una patologia infettiva altamente contagiosa che colpisce la pelle dei bovini, rappresenta un rischio concreto per la salute del bestiame e, potenzialmente, per l’intera filiera agroalimentare.
Al fine di ottimizzare l’efficacia della campagna vaccinale, è in fase di definizione un protocollo operativo dettagliato che delineerà le modalità di esecuzione e i criteri di priorità.
L’AUSL mobiliterà quindici team vaccinali dedicati, mentre l’Anaborava fornirà supporto cruciale con un contingente di dodici veterinari, operando in sinergia con il personale dell’azienda sanitaria.
La strategia di vaccinazione adotterà un approccio mirato, privilegiando geograficamente le zone di confine con la Francia e gli stabilimenti/alpeggi più esposti al rischio.
L’obiettivo è quello di creare una barriera protettiva, un “muro” vaccinale che impedisca l’ulteriore diffusione della malattia.
Tale approccio risponde a considerazioni sia epidemiologiche che logistiche, massimizzando l’impatto della campagna vaccinale e minimizzando i rischi di dispersione del contagio.
Gli assessori regionali Carlo Marzi (sanità) e Marco Carrel (agricoltura) hanno enfatizzato come questa iniziativa non sia solo una misura di prevenzione sanitaria, ma anche un investimento strategico per la salvaguardia del patrimonio zootecnico valdostano.
La fragilità numerica del bestiame, unita all’eccezionale qualità genetica raggiunta grazie al lavoro pluridecennale degli allevatori, rende la tutela del patrimonio bovino un imperativo economico e culturale.
La campagna vaccinale si configura pertanto come un atto di responsabilità verso le generazioni future, volto a preservare un’eccellenza agroalimentare unica e a garantire la continuità di un settore cruciale per l’economia e l’identità della regione.